AGENDA 2030: a che punto siamo?

Il 25 Settembre del 2015 i governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, si sono impegnati sottoscrivendo l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità.

Questa Agenda prevede che i paesi si impegnino a soddisfare 17 obiettivi principali che riguardano tre dimensioni dello sviluppo sostenibile:

  • Dimensione economica: lavoro dignitoso e crescita economica; investimenti in innovazione e infrastrutture. 
  • Dimensione sociale: sconfiggere povertà e fame; promuovere la parità di genere; ridurre le disuguaglianze; garantire istruzione, sanità, pace.
  • Dimensione ecologica: energia pulita e accessibile; lotta ai cambiamenti climatici; città sostenibili e accessibili.

Agenda 2030 in Italia

Tutti i Paesi Membri devono attuare un piano e definire una strategia di sviluppo sostenibile per raggiungere gli obiettivi, comunicando i risultati all’ONU: ogni anno, ciascun paese è valutato attraverso l’High-level Political Forum (HLPF) in sede ONU. 

A livello nazionale il piano di attuazione dell’Agenda 2030 è la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS), approvata dal CIPE. 

Si basa su un approccio multidimensionale per superare le disuguaglianze economiche, ambientali e sociali e perseguire uno sviluppo sostenibile, equilibrato ed inclusivo.

Comprende cinque aree di intervento denominate le “5 P”

  • Persone: contrasto all’esclusione sociale, la povertà e promozione della salute e del benessere;
  • Pianeta: gestione sostenibile e tutela delle risorse naturali;
  • Prosperità: garanzia di occupazione e istruzione di qualità mediante modelli sostenibili di produzione e consumo;
  • Pace: Contrastare illegalità e discriminazione promuovendo una società inclusiva e non violenta;
  • Partnership: intervenire nelle varie aree in maniera integrata.

Gli obiettivi Europei

Gli obiettivi mirano a porre fine alla povertà, lottare le disuguaglianze ed affrontare i cambiamenti climatici e a costruire società pacifiche impegnate nel rispetto dei diritti umani.

In particolare riguardano: salute, istruzione, lavoro, benessere, politica e istituzioni, paesaggio, patrimonio culturale e ambiente.

Nel dettaglio sono:

Goals SDGs
Immagine di Freepik

Stiamo rispettando gli obiettivi? A che punto siamo?

L’aggiornamento più recente circa lo stato di avanzamento delle politiche nelle aree di intervento è il Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs), svolto dall’ISTAT nel 2023. Gli andamenti relativi all’ultimo anno mostrano un quadro variegato: il 42,6% delle misure è in miglioramento, il 24,6% è stazionario e il 32,8% segnala un peggioramento. 

Il rapporto indica per ogni obiettivo l’attuale situazione nel Paese:

1. Sconfiggere la povertà

Sradicare la povertà e le sue forme nel mondo è un dovere. Nel 2022, un quinto della popolazione italiana è a rischio di povertà. Il dato è superiore alla media europea, ed è rimasto stabile. Una delle cause principali è la disoccupazione, ma anche la percentuale di lavoratori in povertà (working poors) è rimasta stabile nello scorso decennio a causa di retribuzioni troppo basse e della precarietà. 

2. Sconfiggere la fame

L’obiettivo pone il problema di garantire sicurezza alimentare, migliorare l’alimentazione e promuovere l’agricoltura sostenibile. In Italia le famiglie con segnali di insicurezza alimentare sono in lieve calo. 

Aumenta la percentuale di persone sovrappeso, soprattutto tra bambini e ragazzi. L’agricoltura usa ancora fertilizzanti, soprattutto al nord, ma è stato ridotto molto l’uso di ammoniaca. 

Continua a crescere l’impiego di lavoro irregolare in agricoltura.

3. Salute e benessere

Dal 2010 al 2020, lenta ma costante diminuzione della mortalità per le cause di morte più diffuse (tumori maligni, diabete mellito, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie croniche): dal 10,2% all’8,6%, per le persone di 30-69 anni. 

I decessi in Italia nel 2022 sono stati più elevati della media pre pandemia. 

L’incidentalità stradale resta su livelli inferiori rispetto a prima della pandemia.

4. Istruzione di qualità

L’Italia è ancora lontana dal raggiungimento degli obiettivi europei. I giovani risultano essere meno formati e i servizi non sufficienti, soprattutto per quanto riguarda la prima infanzia.

Cala la quota di bambini di 5 anni iscritti alle scuole dell’infanzia o al primo anno della scuola primaria. 

L’11,5% dei ragazzi tra 18 e 24 anni ha abbandonato la scuola senza diplomarsi. 

L’ Italia è lontana dall’Europa anche per il numero di giovani laureati, solo il 29,2% tra i 25-34enni. 

5. Parità di genere

Sono in aumento i centri antiviolenza e le case rifugio, con un tasso di 2,39 servizi in totale ogni 100.000 donne di 14 anni e più. 

Nel 2022, le donne uccise sono state 119 (3 in più rispetto al 2021). 

L’84% degli omicidi avviene tra le mura domestiche.

La rappresentanza femminile si riduce nel Parlamento nazionale, ma aumenta nelle amministrazioni regionali. In crescita anche la quota di donne nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa e negli organi decisionali.

6. Acqua pulita e servizi igienico-sanitari

L’Italia si colloca al secondo posto tra i Paesi dell’Ue per l’uso di acqua potabile pro capite. Le reti di distribuzione dell’acqua non sono efficienti: circa una famiglia su tre non si fida di bere l’acqua del rubinetto e quasi una su dieci lamenta irregolarità nel servizio.

Il numero di comuni sottoposti a misure di razionamento dell’acqua cresce da 11 del 2020 a 15.

7. Energia pulita e accessibile

Questo obiettivo raggiunge il maggior numero di indicatori in peggioramento, sia a causa della forte ripresa dei consumi energetici successiva alla pandemia, ma anche di una cattiva gestione degli investimenti che non hanno favorito un aumento di produzione energetica da fonti rinnovabili

Inoltre, nel 2022 è in lieve aumento, per la prima volta dal 2012, la percentuale di popolazione che incontra difficoltà a riscaldare adeguatamente l’abitazione. 

Pannelli solari

8. Lavoro dignitoso e crescita economica

Nel 2022 rallenta la ripresa dell’attività economica post-pandemia. Il tasso di disoccupazione diminuisce di 1,4 punti, il tasso di occupazione dei 20-64enni (64,8%) sale, recuperando i livelli pre-pandemici, ma il divario con l’Europa rimane molto alto. 

Rimangono ampie le differenze tra nord e sud, ma anche le differenze di genere e generazionali. 

Lieve riduzione dell’occupazione irregolare nel 2020, ma oltre la metà del personale domestico e un lavoratore agricolo su quattro sono ancora occupati in maniera non regolare. 

9. Imprese innovazione e infrastrutture

Nel 2021 i trasporti hanno registrato un aumento di passeggeri per via della ripresa post-pandemica.

Per quanto riguarda le tecnologie di comunicazione (ITC) la percentuale di occupati in posizioni specializzate è cresciuta di due punti, però la quota di lavoratori della conoscenza è scesa. Le famiglie ad avere accesso alla fibra internet è aumentata: dal 23,9% nel 2018 al 53,7% nel 2022. 

10. Ridurre le disuguaglianze

La distribuzione dei redditi è migliorata, riducendo le disuguaglianze, soprattutto nel Mezzogiorno. Il reddito delle famiglie è aumentato del 6,5% rispetto al 2021, ma si riduce il potere d’acquisto a causa dell’incremento dei prezzi (+8,1%).

11. Città e comunità sostenibili

L’offerta di trasporto pubblico locale è aumentata e sempre più studenti e studentesse utilizzano la rete di mezzi pubblici dopo il calo dovuto all’emergenza sanitaria. Aumenta la produzione di rifiuti nelle città. Si riduce l’inquinamento da PM25 ma resta sopra i livelli di pericolosità indicati dall’OMS.

12. Consumo e produzioni responsabili

Nonostante i consumi siano in aumento sia rispetto la popolazione che al Pil, l’Italia si conferma ai primi posti in Europa. L’aumento della produzione dei rifiuti torna alle percentuali pre pandemia. Le innovazioni nella gestione dei rifiuti hanno avuto una battuta di arresto, diminuendo di 2,2 punti percentuali rispetto agli anni precedenti. 

13. Lotta contro il cambiamento climatico

Le emissioni di gas serra sono risalite a seguito della pandemia a causa della ripresa dell’attività produttiva e della mobilità. Nel 2022, il 71,0% delle persone di 14 anni e più colloca la preoccupazione per i cambiamenti climatici ed effetto serra tra le prime cinque preoccupazioni ambientali.  

14. Vita sott’acqua

L’obiettivo si pone di conservare e utilizzare in modo sostenibile i mari e le risorse marine. I rifiuti marini sono in diminuzione, ma ancora lontani dagli obiettivi europei.

Il 10,6% delle aree marine sono tutelate, in linea con gli obiettivi SDGs e con gli obiettivi della conservazione della biodiversità. Il settore della pesca soffre una consistente riduzione di attività (-25%). Nel 2021, l’88,1% delle acque di balneazione è di qualità eccellente e il 97,4% rispetta gli standard minimi.

 15. Vita sulla terra

Le aree protette, che quindi rispettano la biodiversità, coprono il 21,7% del territorio nazionale e includono solo in parte le aree chiave per la biodiversità. In calo la copertura vegetale delle aree montane a causa del consumo di suolo. Le superfici forestali certificate aumentano, nonostante ciò, l’Italia resta tra i Paesi Ue dove la certificazione di sostenibilità è meno diffusa in rapporto all’estensione delle aree forestali. 

16. Pace, giustizia e istituzioni solide

La percentuale di misure in peggioramento è consistente, a causa dell’aggravarsi delle condizioni di affollamento delle carceri e della minore soddisfazione verso i servizi pubblici.

La fiducia nelle forze dell’ordine diminuisce registrando un punteggio di 7,4 su 10. 

La fiducia nel sistema giudiziario resta stabile, ma bassa (4,8 su 10).

17. Partnership per gli obiettivi

L’obiettivo mira a rafforzare le modalità di attuazione e rilanciare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile. Sono in netto miglioramento tutte le misure che riguardano l’uso dell’ICT (Tecnologie di Informazione e Comunicazione), eccetto la percentuale di persone che usano il web per acquistare beni o servizi, che arretra dopo i massimi raggiunti nel 2021 a causa del lockdown.  Restano tuttavia ampi i divari territoriali, di genere e, soprattutto, tra livelli di istruzione. Nel 2022, l’Italia è il terzo Paese dell’Unione Europea per entrate fiscali rispetto al Pil (oltre 2 punti percentuali sopra la media).

Parnership tra paesi e individui

Conclusioni

Ci troviamo quasi a metà decennio e purtroppo gli obiettivi dell’Agenda sembrano essere ancora troppo distanti dalla realtà. Gli investimenti ancora non sono orientati a innovazioni del sistema produttivo in ottica sostenibile; le disuguaglianze sono in calo, tuttavia non abbastanza da garantire stabilità alla classe lavoratrice: troppo alta la percentuale di working poors e di precari. La formazione e l’istruzione dei giovani è lontana dagli standard europei.

Nonostante questo dai dati si nota una ripresa dopo la pandemia: la distribuzione dei redditi è migliorata; la rete di trasporti pubblici è incrementata; la rappresentanza femminile è aumentata nelle amministrazioni locali. 

Questa lieve ripresa post pandemica è un segnale positivo, ci sono anche buone notizie per l’uomo e per l’ambiente, tuttavia il paese deve impegnarsi ancora molto per fare in modo che vengano rispettati gli obiettivi entro il 2030. 

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