L’avvento della tecnologia digitale ha portato numerosi vantaggi e comodità nella nostra vita quotidiana. Tuttavia, insieme a questi benefici, è emerso un problema invisibile ma significativo: l’inquinamento digitale.
Questo fenomeno è legato alla nomofobia, ovvero la paura di rimanere senza il proprio smartphone, che ci spinge a usare sempre più dispositivi elettronici.
Balletti su Tik-Tok, post di gattini, piatti gourmet, selfie su Instagram e un’infinità di serie Netflix sono parte della nostra quotidianità ormai, ma sapevi che anche queste abitudini inquinano?
Questo perché produciamo un gran numero di rifiuti digitali che consumano energia in modo continuo e contribuiscono alle emissioni di CO2.
In questo articolo, esploreremo cos’è l’inquinamento digitale, quali sono le sue conseguenze ambientali e come possiamo limitarlo.

Cos’è l’inquinamento digitale
L’inquinamento digitale si riferisce alla produzione e all’accumulo di rifiuti digitali generati dall’uso di dispositivi e servizi digitali.
Questi rifiuti includono email non necessarie, file duplicati, applicazioni obsolete, foto e video inutilizzati e molto altro. Il problema sta nel fatto che queste informazioni rimangono spesso immagazzinate nei server, consumando energia anche quando non ne abbiamo bisogno o ci siamo dimenticati di esse.
Inoltre, molti dei servizi di cloud storage che utilizziamo per archiviare i nostri dati richiedono server che consumano energia e producono emissioni di CO2.
Le conseguenze ambientali dell’inquinamento digitale
L’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) ha rilevato in un report del 2021 che il traffico internet globale ha superato i 3,4 zettabyte (3,4 trilioni di gigabyte). La trasmissione di un gigabyte richiede 0,06 kWh, il che implica che ogni anno si consumano 252 TWh di elettricità solo per la trasmissione dei dati.
Un articolo della Tallinn University of Technology ha evidenziato che il settore IT contribuisce per circa il 3,7% alle emissioni globali di gas serra e utilizza tra il 4% e il 10% dell’elettricità mondiale. Si stima che entro il 2025 questa percentuale possa raddoppiare e che entro il 2030 la rete Internet consumerà il 20% dell’energia totale mondiale.
Per fare un esempio, se 70 milioni di utenti dei servizi di streaming riducessero la risoluzione video da alta definizione a standard, si otterrebbe una diminuzione mensile di 3,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
In altre parole, si tratta del 6% del consumo mensile di carbone negli Stati Uniti.

Quanta CO2 produce una singola e-mail?
La quantità di CO2 prodotta da una singola e-mail dipende da diversi fattori:
– Il tipo di dispositivo usato per scriverla e leggerla;
– La lunghezza del testo;
– La presenza di allegati o immagini;
– ll percorso che l’e-mail segue attraverso i vari data center.
Secondo alcune stime, l’impronta di carbonio di una e-mail può variare tra 0,03 g e 26 g di CO2 equivalente (gCO2e).
Ad esempio, una e-mail breve inviata e ricevuta su un telefono produce circa 0,2 g di CO2e, mentre una e-mail lunga che richiede 10 minuti per essere scritta e 3 minuti per essere letta su un laptop produce circa 17 g di CO2e.
Secondo una recente indagine riportata su “The Guardian” e commissionata dalla compagnia energetica OVO, i cittadini del Regno Unito inviano più di 64 milioni di e-mail superflue ogni giorno.
Se ogni adulto nel Regno Unito riducesse di una e-mail di ringraziamento al giorno, si potrebbero risparmiare oltre 16.433 tonnellate di carbonio all’anno. Questa quantità è paragonabile a 81.152 voli per Madrid o al ritiro di 3.334 auto diesel dalle strade.
Come ridurre l’inquinamento digitale
Ridurre l’inquinamento digitale non solo aiuta a limitare le emissioni di CO2, ma può anche prolungare la durata dei nostri dispositivi digitali, renderci più bilanciati e permetterci di prendere il controllo della nostra vita digitale.
Nel contesto delle sue attività di ricerca e orientamento sulla sostenibilità digitale, la Fondazione per la sostenibilità digitale ha formulato un decalogo di regole evidenziando il ruolo cruciale del digitale nella creazione di modelli di sviluppo sostenibile all’interno del quadro di riferimento dell’Agenda 2030.
Questi consigli mettono in luce le diverse modalità di utilizzo della tecnologia, considerandola sia come strumento abilitante per la trasformazione digitale che come potenziale fonte di inquinamento ambientale.
Ecco i dieci suggerimenti utili: cinque focalizzati sul digitale sostenibile e cinque sul digitale per la sostenibilità.
Digitale sostenibile:
- Utilizza la banda internet con parsimonia: evita allegati ingombranti e spegni lo streaming video non necessario per ridurre le emissioni di CO2 dei server.
- Spegni i dispositivi quando non sono in uso per prolungarne la vita e risparmiare energia.
- Non sostituire i dispositivi annualmente per abbattere l’impatto ambientale della loro produzione.
- Smaltisci i dispositivi dismessi come RAEE per gestire adeguatamente i materiali inquinanti e recuperare quelli preziosi.
- Elimina i file superflui dai tuoi account cloud per ridurre il consumo energetico della spazzatura digitale.
Digitale per la sostenibilità:
- Installa uno smart meter per monitorare e ridurre i consumi elettrici.
- Utilizza app per il controllo intelligente del riscaldamento domestico per risparmiare energia.
- Riduci gli spostamenti utilizzando app per pagamenti online e transazioni con PA ed aziende.
- Sfrutta le app per una migliore differenziazione dei rifiuti, contribuendo all’economia circolare.
- Adotta app per l’economia circolare, che consentono di dare una seconda vita a prodotti come cibo, moda e altri beni.

Conclusioni
L’inquinamento digitale è un problema significativo che richiede l’attenzione di tutti noi.
Adottando abitudini di navigazione consapevoli, eliminando i file e i dati non necessari e promuovendo l’efficienza energetica nel settore IT, possiamo fare la nostra parte per ridurre l’impatto ambientale dell’inquinamento digitale.
Siamo tutti chiamati a contribuire alla costruzione di un futuro digitale più sostenibile per le generazioni future.