The Newtrain Manifesto: non siamo arrabbiati, siamo solo delusi

Era il 1999, quando Rick Levine, Christopher Locke, Doc Searls e David Weinberger hanno scritto il Cluetrain Manifesto.

Si tratta di un testo simbolo della nuova era, composto da 95 tesi sulla “fine del business come lo conosciamo” dettata dall’arrivo di Internet.

Varcata la soglia del ventunesimo secolo, a quelle tesi ancora molto attuali, si sono aggiunte ulteriori preoccupazioni. Ciò che risulta essere un pensiero fisso allarmante è l’arrivo del 2050.

Secondo il National Center for Climate Restoration australiano, entro il 2050 il riscaldamento globale supererà i 3 gradi centigradi. Questo si traduce in un imminente disastro ambientale, in quanto il cambiamento climatico avrà delle ripercussioni irreparabili sull’ecosistema globale.

In questa direzione, urge la necessità di riscrivere le sorti del pianeta, del business e della comunicazione. Ci hanno pensato un gruppo di studenti tra i 19 e i 29 anni del biennio di Story Design della Scuola Holden di Alessandro Baricco, con sede a Torino.

Il tutto è nato come un esercizio in aula ed è avvenuto sotto la guida di Paolo Iabichino.

Il lavoro è composto da 30 tesi e si chiama Newtrain Manifesto, nonché un invito a salire sull’ultimo treno disponibile per comprendere come fare impresa fuori e dentro Internet.

All’alba del 2021, reduci da avvenimenti spiacevoli, siamo chiamati ad accogliere le proposte delle nuove generazioni che meritano di essere ascoltate e valorizzate. 

È un nostro dovere.

Di seguito, The Newtrain Manifesto:

  1. L’ecosostenibilità è un prerequisito per stare sul mercato. È una pretesa urgente e indispensabile, non potrà più essere un vanto pubblicitario o un’invenzione di marketing.
  2. La prima cosa di cui ci accorgiamo è quella che cercate di nascondere. Amiamo trasparenza, autenticità e rispetto. Non provate a manipolarci.
  3. Per anni ci avete studiato, analizzato, clusterizzato, ora tocca a noi: vogliamo conoscere ciò che siete, non quel che dite di essere. Vogliamo incontrare gli scopi del vostro agire, spogliatevi e lasciateci guardare.
  4. Se è vero che i dati sono il nuovo petrolio, non siate i nuovi petrolieri. Ce la fate a non inquinare anche il mondo digitale?
  5. Più big sono i vostri data, più small sarà il nostro consenso.
  6. Com’è che faceva quella canzone? What goes around comes around. Mettere a punto una filiera certificata e sostenibile è l’unico modo per stare sul mercato.
  7. La scelta delle materie prime e il trattamento delle risorse umane sono il vostro biglietto da visita, se vi siete sbagliati, riscrivetelo.
  8. In natura non esiste scarto, ogni cosa viene riutilizzata o riciclata: prendete esempio.
  9. Vogliamo prodotti di qualità, che durino nel tempo. Cominciate a produrli, altrimenti l’unica obsolescenza programmata sarà la vostra.
  10. Le intelligenze artificiali sono tra noi, non usate gli algoritmi per trasformarci nei vostri bancomat.
  11. I vostri lavoratori e le vostre lavoratrici possono diventare i vostri primi influencer. Nel bene e nel male.
  12. Il loro benessere e la loro soddisfazione sono specchio del vostro successo. Esiste il PIL della felicità, fatevi due conti.
  13. Datevi del tu. Le aziende fanno parte della stessa collettività, è inutile continuare a ragionare per compartimenti stagni.
  14. Se vi state chiedendo cos’è l’equità, forse avete sbagliato mestiere o siete semplicemente in ritardo. Ma non c’è più tempo.
  15. Le questioni di genere non sono una bandiera e i diritti LGBTQ+ non sono un accessorio da sfoggiare.
  16. Non vi è chiaro? Parità di genere = parità di doveri = parità di riconoscimenti.
  17. Non tirate in ballo l’inclusività solo per la vostra reputazione, la differenza acquisisce valore solo se è ben rappresentata.
  18. Non è più il tempo del purché se ne parli, bisogna che se ne parli per ragioni credibili, pertinenti e rilevanti.
  19. Il traffico non è consenso: non siamo numeri, siamo individui. Le relazioni valgono più di milioni di view.
  20. Non siamo arrabbiati, siamo solo delusi.
  21. Non è sulle false promesse che si costruisce un rapporto duraturo. Provate con un patto sincero, se volete la nostra fiducia.
  22. Non confondete la fiducia con la fidelizzazione, perché non ci sarà difficile trovare qualcun altro.
  23. I racconti delle marche ci piacciono anche, ma abbiamo bisogno di sentir risuonare la verità. Non vendeteci i vostri bisogni, liberateci dai nostri.
  24. Ricordatevi che avete un peso: non siamo sulla luna! A ogni azione corrisponde una reazione, fare mercato vuol dire anche fare cultura.
  25. Avete mai pensato alla bellezza come strumento di marketing? La bellezza è coerenza, consapevolezza, curiosità, stupore, coinvolgimento. Mettetela nei vostri Powerpoint.
  26. Le aziende in grado di stare generosamente sul mercato saranno vincenti.
  27. Vi sembrerà impossibile, ma guadagneremo tutti: voi, noi e le generazioni che verranno.
  28. Supportate i valori che vi rispecchiano e rispettate quelli che non sentite vostri.
  29. Aderite alle nostre battaglie, se credete, ma non provate a strumentalizzarle. Non ce ne facciamo nulla del vostro sostegno interessato.
  30.  Scusateci, ora tocca a noi decidere le regole del gioco: la prima regola è che non si gioca più.

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