Negli ultimi due anni stiamo assistendo ad un’impennata della moda dell’usato, infatti, il riutilizzo degli indumenti rappresenta una delle opzioni sostenibili migliori per la salvaguardia del pianeta.
La generazione Z ed i Millennials si stanno sempre più avvicinando a queste scelte e ad uno shopping sostenibile, nel tentativo di preservare le risorse naturali per le generazioni future.
Ma entriamo nei dettagli.
Quanto e perché inquina il settore moda?
Uno studio condotto da The Eco Experts conferma come il settore della moda, risulti essere tra i più inquinanti sulla base delle emissioni di gas serra. Di fatto, è responsabile della produzione di almeno 4 – 5 tonnellate di anidride carbonica ogni anno.
I motivi noti per cui questo settore tendenzialmente inquina sono:
- Utilizzo di materiali contenenti coloranti tossici.
- Consumo di un’elevata quantità d’acqua (circa 93 miliardi di litri d’acqua all’anno).
- Ricorso a fabbriche orientali (che funzionano a carbone) per il confezionamento e la produzione degli indumenti, contribuendo all’emissione di gas serra.
- Emissioni di grandi quantità di CO2 durante il trasporto della merce acquistata online.
- Elevata quantità di rifiuti (circa l’85% dei tessuti vengono infatti buttati via).
Ciò non dovrebbe stupirci, d’altra parte la nostra è una società improntata al consumismo dove ogni consumatore acquista, in media, il 60% di abiti in più rispetto a 20 anni fa come risultato di acquisti sempre più frequenti, per il solo gusto di farlo, senza prestare attenzione all’utilità e usabilità dell’indumento.
Dunque, la moda inquina, e questo è un dato ormai certo. Di conseguenza, dovremmo apportare un cambiamento drastico al fine di salvaguardare il nostro pianeta e dare una direzione sostenibile alle nostre scelte. Tra le opzioni che abbiamo a disposizione, il riutilizzo sembra essere la via ideale.
Moda dell’usato: un mercato in crescita
La moda vintage utilizza abbigliamento e accessori risalenti ad un periodo precedente, di solito di almeno 20 – 30 anni. Ovunque, nel mondo, si stanno espandendo negozi vintage fisici, mercatini dell’usato e siti online che rivendono abiti “second hand”.
Nell’ultimo anno si è verificato un incremento del 24% nel settore, indice di un cambio di prospettiva e di abitudini nei consumatori, con i giovani sempre più interessati alla moda dell’usato; infatti già a partire dal 2021 era emerso come all’incirca 244 milioni di consumatori avessero acquistato vestiti usati oppure fossero aperti all’idea di farlo.
La crescita del mercato second hand è stata confermata anche dallo studio della Boston Consulting Group, infatti, il mercato dell’usato vale ad oggi tra i 30 e i 40 milioni di dollari e si prevede una crescita che oscilla tra il 15% e il 30% nei prossimi 5 anni.
Dunque, 2 consumatori su 3 ritengono che le loro azioni eco-friendly possano avere un impatto positivo sull’ambiente, a conferma del fatto che oggi sempre più persone, in termini di sostenibilità, preferiscono comprare qualcosa che esiste già.
Uno studio condotto da EuRIC, Federazione Europea delle Industrie di Riciclo, ha dimostrato che il riutilizzo ha un impatto ambientale 70 volte inferiore rispetto alla produzione di capi nuovi dunque, sembrerebbe confermarsi come la scelta più sostenibile a livello ambientale; inoltre il report ha formulato alcune linee guida per poter creare degli abiti di una qualità superiore ed estendere la vita di un capo.
Moda dell’usato: i benefici ambientali
La logica che sta dietro al second hand è “indossa di più acquistando di meno”, questo nuovo modo di fare shopping soddisfa da una parte il nostro bisogno emozionale di fare acquisti e dall’altra ci permette di salvaguardare il pianeta e l’ambiente, riducendo l’inquinamento.
Il second hand ha infatti un impatto notevole sull’ambiente e viene quantificato tramite il modello LCA (Life Cycle Assessment) per quanto riguardo le emissioni di CO2 e l’utilizzo di materie prime.
La Second Hand Effect 2020, una ricerca del 2020 condotta da un istituto svedese per Subito, ha inoltre affermato che la vendita di 26 milioni di oggetti usati ha permesso un risparmio pari a 5,4 tonnellate di CO2. Nello specifico, dalla ricerca emerge che:
- acquistando un paio di scarpe usate si risparmiano all’incirca 19 kg di anidride carbonica.
- L’acquisto di un bomber usato ci permette di risparmiare 13 kg di anidride carbonica.
- L’acquisto di una gonna o t-shirt vintage rende possibile il risparmio di 2 kg di CO2.
- Acquistando un denim usato generiamo un risparmio di CO2 pari a 33,4 kg.
L’abbigliamento vintage promuove anche uno stile di vita più sostenibile, dove i consumatori riflettono prima di effettuare un acquisto, evitando di comprare un indumento per il semplice gusto di farlo. In particolare, la moda dell’usato contrasta l’impatto negativo del settore della moda sull’ambiente, vediamo alcuni dei benefici ambientali che genera:
- Riduce la produzione di capi nuovi (che richiede l’utilizzo di materie prime e uno spreco eccessivo delle risorse naturali).
- Diminuisce drasticamente la quantità di indumenti che finiscono nelle discariche.
- Mette in azione un ciclo virtuoso: acquistato – venduto – donato – scambiato.
- Maggior attenzione alla qualità degli indumenti, con la prospettiva di resistere anche di più nel tempo.
- Estende la durata di vita di un indumento.
Lo shopping sostenibile sembra dunque essere il nostro miglior alleato contro il consumismo; inoltre questo ci permetterà di esprimere comunque il nostro stile e acquistare capi di qualità ma a un prezzo più basso.
Moda dell’usato: consigli per renderla una pratica abituale
È di vitale importanza quindi, rendere la pratica dell’acquisto di abiti usati uno stile di vita abituale e non una moda passeggera.
Ecco alcuni semplici consigli da seguire:
- Spirito di ricerca: quando ci si dirige in un negozio vintage si è alla caccia tesori nascosti, per questo motivo, bisogna armarsi di pazienza per poter un trovare un capo unico.
- Preparazione: bisogna considerare l’utilità, usabilità e qualità dell’acquisto, inoltre, è utile avere un’idea precisa di cosa vogliamo acquistare prima di dirigersi nello store.
- Scegli: è fondamentale scegliere il negozio adatto alle tue necessità, una volta arrivati bisogna osservare con attenzione i tessuti, le forme ed i colori degli indumenti.
- Passaparola: condividi la tua esperienza positiva con gli altri, in questo modo, molte più persone si avvicineranno all’acquisto del second hand.