Cos’è e come funziona il Fashion Transparency Index

Quanto ne sai dei tuoi brand preferiti? Abbiamo già affrontato il tema di alcune app che aiutano i consumatori a fare scelte più consapevoli nei loro acquisti. Un altro utile strumento per prendere decisioni più responsabili nello shopping è il Fashion Transparency Index.

Il Fashion Transparency Index è un indice che fornisce informazioni sulla trasparenza dei più popolari brand di abbigliamento, raccogliendo e divulgando dati su oltre 250 brand con un fatturato di almeno 400 milioni di dollari.

Questo indice considera infatti le informazioni che il brand divulga rispetto alla propria catena di fornitori, alle proprie pratiche produttive e alle proprie politiche ambientali e sociali. Inoltre, tiene in considerazione anche l’impatto che genera sulle persone e sull’ambiente.

Uno strumento del genere aiuta i consumatori a informarsi meglio prima di effettuare un acquisto. Spesso, infatti, può essere difficile riuscire a raccogliere informazioni affidabili su un brand. Il Fashion Transparency Index permette di trovare in modo immediato i dati necessari a scegliere il miglior brand per il proprio futuro acquisto in modo consapevole.

L’indice, dunque, permette non solo di avere informazioni importanti rispetto alla sostenibilità e alla correttezza delle pratiche produttive e commerciali dei brand. Infatti, consente anche al consumatore di valutare la disponibilità di un brand a fornire dati sui temi che stanno diventando via via più importanti nelle scelte di acquisto delle persone.

Il Fashion Transparency Index viene pubblicato tutti gli anni dall’organizzazione Fashion Revolution, movimento globale che si pone l’obiettivo di creare una nuova moda, più consapevole dell’impatto che ha sul mondo e in grado di agire responsabilmente nei confronti del pianeta e delle persone.

Fashion Revolution promuove infatti una cultura della moda che rispetta i diritti umani e l’ambiente, che assicura condizioni di lavoro sicure per tutti i dipendenti e che non si basi su uno sfruttamento delle risorse umane e ambientali.

Il movimento si occupa, inoltre, di favorire una maggiore trasparenza da parte dei brand dell’industria fashion, e lo fa proprio attraverso strumenti come il Fashion Transparency Index o attraverso campagne come #WhoMadeMyFabric?, che si batte per combattere la mancanza di tracciabilità nelle catene di produzione del settore.

Il Fashion Transparency Index è stato creato nel 2013, e questa data non è casuale. Infatti, la creazione dell’indice fu successiva alla tragedia di Rana Plaza.

Il 24 aprile 2013 a Savar, capitale del Bangladesh, avvenne il crollo del Rana Plaza, edificio commerciale che ospitava 5 fabbriche tessili, i cui proprietari decisero di ignorare l’avviso di non utilizzare l’edificio a rischio di cedimento. Questa decisione provocò la morte di 1129 vittime e 2515 feriti, ed è ricordato come il più letale crollo accidentale della storia moderna.

A seguito di questa tragedia nacque l’organizzazione Fashion Revolution e il Fashion Transparency Index.

Come funziona

Le sezioni valutate sono 5:

  • Governance;
  • Politiche e impegno;
  • Tracciabilità della catena di approvvigionamento;
  • “Capire, mostrare e rimediare”: consiste in una valutazione di come il brand si rende conto delle proprie mancanze, errori e problemi, e come vi pone rimedio;
  • “Spotlight issues”.

L’ultimo parametro di valutazione consiste in una considerazione dei dati inerenti a una serie di “temi caldi”, sui quali l’attenzione pubblica è rivolta in maniera particolare. Questi temi cambiano annualmente, e nel 2021 sono:

  • Gender and race equality;
  • Materiali sostenibili;
  • Contenimento e misure di sicurezza contro il Covid-19;
  • Stipendi adeguati;
  • Business model ed uso delle risorse;
  • Circolarità;
  • Utilizzo dell’acqua e delle sostanze chimiche;
  • Cambiamento climatico e biodiversità.

Nonostante lo strumento del Fashion Transparency Index sia molto utile al consumatore finale per prendere una decisione d’acquisto, bisogna sempre ricordare che un elevato punteggio in termini di trasparenza non equivale a una sicurezza in ambito di sostenibilità.

Tra i brand che figurano nella top ten dell’indice infatti, si trovano frequentemente brand dell’industria fast fashion.

Inoltre, è interessante notare come i punteggi medi nelle diverse aree valutate non superino mai il 53%, punteggio ottenuto nella sezione “Politiche e impegno”. Per le altre sezioni, i punteggi medi sono stati:

  • Governance: 31%;
  • Tracciabilità: 19%;
  • “Capire, mostrare e rimediare”: 19%;
  • Spotlight issues: 15%, sezione con il punteggio più basso.
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