Cos’è la diversità nel 2022

Veracura è da sempre impegnata nella difesa della diversità e nella promozione di progetti contro ogni forma di discriminazione.

Tra i nostri partner abbiamo onlus e associazioni che partecipano attivamente alla progettazione di attività, che hanno lo scopo di aiutare le minoranze ad integrarsi all’interno della comunità in cui si trovano.

La diversità è un tema centrale: quindi, abbiamo pensato che comprendere meglio tutte le sue sfumature, possa permettere ad ognuno di noi di conoscere cosa significa davvero “discriminazione” e come agire per sostenere chiunque ne sia una vittima.

Perché questi temi sono così importanti nel 2022? E come si può rendere il mondo un posto più inclusivo?

La globalizzazione e la possibilità di informarsi in modo semplice e veloce attraverso Internet hanno fatto sì che si parlasse di più di diversità.

Molte persone si sono esposte, raccontando la propria storia: hanno deciso di mostrare online la loro vita e di denunciare le discriminazioni che hanno subito, contro il colore della pelle, la religione o l’orientamento sessuale.

Questo ha permesso di raggiungere altre testimonianze e di rendere le diversità un valore aggiunto piuttosto che qualcosa di cui aver paura.

Da qui, in pochi anni sono nati nuovi movimenti con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e andare incontro alle esigenze delle persone marginalizzate, solo perché ritenute diverse.

La lotta contro qualsiasi tipo di discriminazione è stata ben accolta soprattutto dalle nuove generazioni, che sembrano essere più inclini al rispetto e al confronto con l’altro.

Tante persone sono scese in strada, partecipando alle parate e mettendo il volto sui canali social per manifestare quanto il razzismo, l’omotransbifobia, l’abilismo, siano le vere malattie che allontanano le persone.

Le informazioni sono costantemente a nostra disposizione, a portata di mano, ed è giusto che ognuno di noi faccia del proprio meglio per confrontarsi e imparare ad accettare l’altro per quello che è.

Sulla scia di questi movimenti inclusivi, anche le organizzazioni governative stanno cercando di dare il loro contributo nella creazione di una società maggiormente inclusiva.

Ad esempio, nel 2022 è nata una nuova iniziativa che vede Maggio come il Mese europeo della diversità: un progetto supportato dalla Commissione Europea con lo scopo di rendere gli ambiti lavorativi e le società dei luoghi più inclusivi, che sappiano rispettare le diversità degli individui che ne fanno parte.

Non è una voce che non possono ascoltare o a cui non dare credito: negli ultimi anni, infatti, nelle città di tutto il mondo ci sono state proteste e manifestazioni che gridavano all’uguaglianza, all’equalità e che hanno portato le storie delle discriminazioni sotto i riflettori.

Per comprendere meglio fino a che punto questi movimenti siano importanti e come possono fare la differenza, bisogna partire dal concetto stesso di diversità.

Quando si parla di diversità

Nell’enciclopedia Treccani il concetto di diversità è racchiuso nella frase:

«la condizione di chi è, o considera sé stesso, o è considerato da altri, “diverso” (omosessuali, disabili, emarginati, ecc.)»

Secondo la psicologia, la nostra mente è fatta in modo che possa schematizzare le informazioni che provengono dall’ambiente circostante, così come gli eventi e le persone.

Questo meccanismo cognitivo è dove nascono le discriminazioni.

Perché è proprio attraverso la categorizzazione sociale che si formano i pregiudizi.

Di conseguenza, l’individuo assume un atteggiamento ostile verso chi o cosa non conosce, basandosi sul suo giudizio preventivo.

Il comportamento che viene assunto nei confronti del diverso, però, non fa che influenzare il modo di comunicare o di porsi con quella determinata persona, rischiando così di confermare le precedenti opinioni.

Tutto questo deriva dalla paura del diverso, proprio perché non rispetta gli schemi e non si è in grado di inserirlo in una categoria, costruita sulle nostre passate esperienze.

È un atteggiamento difensivo, dato dall’ansia che la nostra mente prova nel momento in cui entra in contatto con qualcosa di sconosciuto.

Il pericolo si basa sulla possibile minaccia che può costituire, proprio perché può arrivare a modificare la percezione che abbiamo di noi stessi o il nostro equilibrio interiore.

Ma non giustifica il fatto che qualsiasi cosa o persona diversa da noi debba essere oggetto di discriminazione o allontanamento da parte nostra.

Il motivo per cui molte persone si indignano nell’ascoltare o vedere azioni discriminanti nei confronti di alcuni individui, è che oggi, nel 2022, abbiamo a disposizione ogni tipo di canale per apprendere e conoscere realmente il diverso.

Gli individui stigmatizzati hanno la possibilità di raccontare la propria storia, le violenze subite e come queste li hanno fatti sentire, permettendoci di ascoltare le loro esperienze.

Ma sta a noi scegliere se basarci su cosa ci differenzia piuttosto che su cosa che ci accomuna.

Infine, essere consapevoli di questi meccanismi è il primo passo per cercare di arginarli e di migliorare la propria empatia.

Bisogna avere la capacità di approcciarsi al nuovo senza pregiudizi, ma anzi con interesse e cercando un confronto.

Quali sono i tipi di diversità

Ci sono molti tipi di diversità legati a vari aspetti e caratteristiche che può avere una persona.

Eppure, ognuno di questi non è una buona ragione per discriminare ed emarginare.

Per un motivo o per un altro, siamo tutti differenti, si pensi solo alle esperienze che viviamo ogni giorno: esse definiscono la nostra vita, i comportamenti che ci contraddistinguono, il modo di comunicare o di esprimere le nostre emozioni.

Tutto quello che fa parte di noi ci definisce.

Quindi non parleremo prettamente di diversità, quanto di discriminazioni nei confronti particolari minoranze.

Etnia

Una delle maggiori discriminazioni presenti ancora oggi è quella basata sull’etnia, ovvero il razzismo.

Questo implica l’allontanamento o il pregiudizio nei confronti di persone che hanno un diverso:

  • Colore della pelle;
  • Lingua;
  • Cultura;
  • Caratteristiche fisiche.

Sappiamo tutti, quanto sia un fenomeno ancora molto diffuso, soprattutto in Italia.

Ne abbiamo avuto un esempio durante la pandemia di COVID-19, quando diversi individui hanno attribuito l’alto numero di contagi alle persone di origine asiatica, che venivano additate come infette e portatrici del virus. Questo ha, purtroppo, portato ad un drastico calo della clientela di ristoranti cinesi e giapponesi.

Può la cultura o il colore della pelle differente essere motivo di discriminazione?

Perché non avvicinarsi alla persona in questione con curiosità, valorizzando la loro diversità?

Spesso, capita anche che gli individui vengano classificati come stranieri solo per i tratti somatici che presentano, pur vivendo nella nazione dalla loro nascita.

È un pregiudizio basato sulla mera apparenza, che può essere fonte di atti discriminatori nei loro confronti.

Orientamento sessuale

L’orientamento sessuale, così come l’identità di genere, sono ancora argomenti molto discussi che dividono le persone e creano disuguaglianze.

È necessario distinguere i due concetti.

Per orientamento sessuale si indica l’attrazione fisica provata nei confronti di un individuo, che sia esso maschio, femmina, trans o non definit*.

Mentre l’identità di genere consiste nel genere in cui un essere umano si identifica, qualsiasi esso sia.

Ma cosa significa la sigla LGBTQIA+?

LGBTQIA+ indica tutto il mondo di possibilità in cui una persona può riconoscersi e comprende:

  • Lesbiche;
  • Gay;
  • Bisessuali;
  • Trans;
  • Queer;
  • Intersessuali;
  • Asessuali;
  • E infine il +, che lascia la sigla aperta a qualsiasi espressione di genere e di sessualità.

Sono numerose le lotte affinché vengano riconosciuti i diritti civili in tutto il mondo, questo perché ancora in molti Stati non vengono accettati.

I matrimoni tra persone dello stesso sesso sono spesso un tabù, come se amare un’altra persona dovesse essere qualcosa di cui nascondersi.

Cerchiamo di entrare in empatia con chi abbiamo davanti ed essere maggiormente inclusivi, prendendo le distanze dall’omotransbifobia.

Neurodivergenza

Nel 1998 Judy Singer, attivista per i diritti delle persone autistiche, coniò il termine “Neurodiversità”.

È una parola utilizzata per indicare la biodiversità neurologica, diversa dallo sviluppo neurologico tipico, ovvero quello che ha la maggioranza della popolazione mondiale.

La neurodiversità caratterizza il 15-20% della popolazione, tra cui ci sono individui:

  • Autistici, che comprendono anche chi è portatore della sindrome di Asperger;
  • Dislessici;
  • ADHD, o disturbo da deficit di attenzione iperattività;
  • Con la sindrome di Tourette;
  • Discalculici;
  • Disgrafici.

Queste tipologie di neurodiversità si basano su caratteristiche sensoriali, neurologiche, comunicative e sociali che è importante che vengano viste come qualità.

Un modo diverso di pensare equivale ad una prospettiva diversa da cui osservare il mondo.

Però, se non riconosciuta può in alcuni casi diventare un ostacolo.

Per esempio, i discalculici, chi ha difficoltà nell’eseguire operazioni matematiche, e i disgrafici, chi riscontra problemi nella lettura o nella scrittura, sono persone che potrebbero subire uno svantaggio nella vita di tutti i giorni, soprattutto in ambito scolastico e lavorativo.

È bene tutelare e rendere autonomi questi soggetti al fine di portarli sullo stesso livello di un individuo neurotipico, così da non attuare alcun tipo di discriminazione.

Disabilità

L’abilismo è la discriminazione fatta nei confronti delle persone diversamente abili, o disabili.

Nonostante si pensi che sia una cosa poco comune, è invece sotto gli occhi di tutti: basta notare ogni luogo o spazio che è difficilmente accessibile per chi ha difficoltà motorie.

Troppo spesso si da per scontato la facoltà di camminare in modo regolare o di poter compiere movimenti “semplici”, come quello di salire le scale.

La differenza sta nell’avere quell’impedimento quotidiano che non permette, a chi è affetto da disabilità, di potersi muovere o esprimere liberamente.

In particolare, la disabilità si sviluppa in quattro categorie:

  • Sensoriale;
  • Motoria;
  • Intellettiva;
  • Psichica.

Quando ci troviamo di fronte a persone disabili è importante farli sentire a proprio agio, anche aspettare che siano loro a chiedere un aiuto, se dovessero averne bisogno, piuttosto che fornirlo senza il loro consenso.

O ancora, cercare di non metterle in soggezione parlando delle problematiche legate, ad esempio, all’aspetto comunicativo o al loro modo di esprimersi.

Religione

Le discriminazioni riguardo alla religione si basano spesso sull’associazione agli estremisti religiosi, quegli individui che non accettano nessun’altro culto oltre al loro.

Capita di leggere di attacchi terroristici da parte di fanatici religiosi, che delle volte si spingono in gesti estremi che coinvolgono altre persone.

Questo purtroppo favorisce l’emarginazione di chi professa un credo, date dall’associazione di una religione a quel tipo di violenza.

La religione racchiude i valori con cui si forma una persona ed è qualcosa in cui molti trovano conforto.

Ognuno dovrebbe essere libero di esprimere sé stesso e pregare per ciò in cui crede, ma soprattutto non deve essere motivo di giudizio altrui.

La diversità è un problema

La diversità può essere un ostacolo per il pieno sviluppo di una persona.

Gli individui stigmatizzati subiscono spesso aggressioni o non possono avvalersi degli stessi diritti di un qualsiasi altro individuo.

Esprimere un diverso orientamento sessuale o una disabilità vuol dire esporsi alle opinioni altrui, così come ad un trattamento differente.

Ma la diversità è un problema in primis per chi non concepisce il diverso e chi ha paura di ciò che è sconosciuto. Continuare a vivere nell’ignoranza e cercare di non confrontarsi con le proprie paure, metterà sempre la persona in questione nella condizione di non comprendere il mondo intorno a sé.

L’unico modo per allontanare l’odio nei confronti delle diversità è quello di sensibilizzare e informare l’opinione pubblica.

Anche nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa, come prendere le distanze da chi assume comportamenti discriminatori.

Le discriminazioni devono però essere messe a tacere attraverso delle azioni concrete da parte degli organi di Stato, come accettare disegni di legge che abbiano lo scopo di penalizzare o dissuadere dal commettere azioni d’odio contro una minoranza.

Le iniziative pubbliche e private dedicate alla diversità

Come detto in precedenza, ci sono diversi progetti ed iniziative che sono state messe in atto a favore della diversità.

La maggiore risorsa che abbiamo contro le discriminazioni è senz’altro l’informazione.

È necessario educare i bambini, fin da molto piccoli, ad apprezzare e valorizzare la diversità, per fargli comprendere quanto questa possa racchiudere un’opportunità.

Crescere nella convinzione che le differenze ci rendono speciali e ci permettono di osservare il mondo da un’altra prospettiva, può essere il modo migliore per sviluppare l’uguaglianza.

Ma cosa è stato fatto finora per cercare di creare maggiore inclusività?

Il Mese della diversità

Il 1° marzo si celebra la Giornata mondiale contro le discriminazioni, dedicata alla sensibilizzazione della popolazione verso i temi che riguardano la diversità e il contrasto di ogni genere di discriminazione.

Nel 2022 però è stato fatto un ulteriore passo avanti su questo tema: la Commissione Europea ha attuato un’iniziativa a favore di una maggiore inclusività, istituendo il mese di Maggio come Mese della diversità.

Questo progetto è stato promosso da Helena Dalli, primo commissario europeo per la parità, che, all’interno dello spot, spiega come questa possa essere un’occasione per le aziende e le organizzazioni di far valere le diversità presenti tra i loro dipendenti.

Durante tutto il mese di maggio, vengono incentivati workshop con l’obiettivo di educare alla diversità.

Aiutare a sviluppare una maggiore sensibilità sul luogo di lavoro, è una decisione importante per la realizzazione di una società più inclusiva e attenta alle esigenze di ogni individuo.

Premio Capitali europee dell’inclusione e della diversità

In linea con il Mese della diversità, la Commissione Europea ha sviluppato un altro progetto: il Premio Capitali europee dell’inclusione e della diversità.

Nato per la prima volta nel 2021, apre le candidature a tutte le città europee che hanno modo di promuovere e attuare politiche per una maggiore inclusività.

All’interno del Premio, ci sono due categorie: amministrazioni locali con più e con meno di 50 mila abitanti.

L’obiettivo è quello di creare una rete di città che sappiano dare valore alla diversità ed essere d’esempio per le altre città europee.

Tra i vincitori del Premio del primo concorso ci sono:

  • Colonia, in Germania: buona parte degli abitanti ha origini ed etnie differenti e questo ha fatto sì che la città si impegnasse attivamente nella costruzione di una strategia, “Prospettive di Colonia 2030+”, con lo scopo di riconoscere e proteggere la diversità;
  • Koprivnica, in Croazia: ha vinto grazie ad una particolare attenzione alle pari opportunità per le persone disabili. Inoltre, vi è un’educazione inclusiva, che insegna ai bambini e hai ragazzi la diversità come una caratteristica comune della vita quotidiana;
  • Andalusia, in Spagna: oltre ad aver varato una legge sui diritti e la non discriminazione della comunità LGBTQI+, la città ha vinto il premio per l’inclusione della comunità Rom.

UNAR

L’UNAR è l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, istituito in Italia nel 2003 sulla base della Direttiva Europea 2000/43/CE, che riportava l’obbligo di fondare un organo che contrastasse le discriminazioni, per ogni Stato Membro.

L’Ufficio promuove la parità di diritti e di trattamento per ogni individuo presente nell’Unione Europea, qualsiasi sia la sua etnia, età, religione, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità.

Questo significa che è impegnato attivamente nella sensibilizzazione della popolazione sul tema della diversità e nell’aiuto concreto delle vittime di discriminazione.

Queste ultime hanno infatti la possibilità di segnalare atti di discriminazione e, in seguito, l’UNAR si attiverà per svolgere un’inchiesta a riguardo.

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