Cultura del lavoro: la Rivoluzione Invisibile

Le rivoluzioni che hanno coinvolto l’essere umano negli ultimi decenni, modificandone radicalmente lo stile di vita e le abitudini, sono molteplici e profondamente determinanti.

Basti pensare alla rivoluzione energetica e a quella digitale che, più di tutte e più recentemente, stanno influenzando e modellando le nostre vite e la nostra quotidianità.

A queste possiamo affermare che si sta affiancando una nuova e sempre più incalzante rivoluzione: quella della cultura del lavoro.

In particolar modo, a seguito della pandemia, si sono registrati dei cambiamenti e delle vere e proprie svolte nei modelli di lavoro, che hanno dato vita a quella che in molti definiscono “La Rivoluzione Invisibile”.

Allo scopo di approfondire le dinamiche e le caratteristiche che stanno definendo questa rivoluzione, Michael Page, azienda leader nel settore del recruitment, ha realizzato un’indagine globale sul mondo del lavoro: Talent Trends 2023.  

Lo studio ha rivelato comportamenti, sensazioni e motivazioni di 70.000 professionisti nel mondo, di cui 5.746 provenienti dall’Italia.

Vediamo dunque quali sono le principali considerazioni emerse dall’indagine condotta nel nostro paese.

Cosa si intende per Rivoluzione Invisibile

Parlare di Rivoluzione Invisibile significa far riferimento ad una trasformazione di lungo periodo in atto sul mercato del lavoro.

Risulta però evidente che a cambiare non è solo il lavoro, ma anche e soprattutto i lavoratori.

Questo vale in particolar modo per la GenZ e, in parte, per i millenials che hanno aspettative e priorità ben diverse rispetto a quelle delle generazioni precedenti.

Lo scenario sopra descritto emerge chiaramente dal report Talent Trends 2023 e i principali risultati dell’indagine ce lo confermano.

Vediamo insieme quali sono:

  • nessuna fascia d’età, paese o settore è esente dai cambiamenti in atto;
  • il cambiamento a cui stiamo assistendo è destinato a durare;
  • la fidelizzazione al posto di lavoro è l’eccezione, non più la regola. Anche i professionisti soddisfatti del proprio ruolo sono disposti a valutare una nuova opportunità di carriera;
  • l’incessante ciclo di dimissioni non è destinato a rallentare: il cambiamento è il nuovo status quo.

Partendo da questi elementi, cerchiamo di capire più nel dettaglio in che modo i professionisti stanno cambiando il loro approccio al mondo del lavoro.

La loyalty aziendale non esiste (quasi) più

Uno dei trend che emerge più chiaramente dal report è che i professionisti sono sempre più disposti ad esplorare nuove opportunità lavorative.

Questa nuova tendenza riguarda non solo i lavoratori con un contratto a tempo determinato, ma anche quelli con contratto a tempo indeterminato. Infatti, il 92% di questi ultimi si dichiara disponibile a cercare una nuova occupazione, a prescindere anche dall’anzianità aziendale.

Le piattaforme digitali dedicate alla ricerca di nuove opportunità di carriera rendono questa attività molto più accessibile, economica e veloce. Tutto ciò va ad incentivare ulteriormente la mobilità dei lavoratori.

Al termine del 2021, si iniziò a pensare che il periodo delle Grandi Dimissioni, registrato nel corso della pandemia, fosse ormai in direzione di arrivo.

In realtà, i risultati delle interviste di Talent Trends raccontano ben altro.

Infatti, nel 2022 il tasso di dimissioni non si è arrestato, nonostante la previsione di stabilizzazione. Il 59% dei professionisti è oggi attivamente in cerca di lavoro, a fronte della crescente volatilità dell’economia globale.

L’apertura a nuove opportunità non viene infatti frenata dal peggioramento delle prospettive economiche. Esiste anzi una correlazione diretta tra difficoltà economiche e aumento del desiderio di cercare un nuovo lavoro.

Il successo non è più una priorità

A cambiare è anche il concetto di successo e il peso che questo ha per i lavoratori di oggi.

Ben 8 professionisti su 10 hanno dichiarato di preferire il will-being e un giusto equilibrio tra vita privata e lavoro ad una carriera di successo.

L’equilibrio tra lavoro e vita privata è il nuovo need dei professionisti italiani, indipendentemente dall’età, dal ruolo professionale e dalla situazione famigliare.

Esso rappresenta infatti l’elemento che più influenza la soddisfazione sul lavoro, a discapito di benefit come ad esempio buoni pasto, formazione, abbonamenti gratuiti che invece in passato risultavano essere molto più importanti per il lavoratore.

Oggi sempre più professionisti guardano al proprio lavoro come ad un mezzo per raggiungere un fine, invece che come fonte di realizzazione personale.

Valori come passione, senso di appartenenza e scopo, che prima venivano considerati elementi cardine della professione, sono ora sostituiti da valori emotivi e personali come famiglia, amici, comunità proprio perché considerati più prioritari e autentici.

La flessibilità è un diritto

Strettamente connesso al tema dell’equilibrio tra vita privata e lavoro c’è quello della flessibilità.

I professionisti di oggi sono sempre più alla ricerca di modelli di lavoro flessibili, in particolar modo per quanto riguarda gli orari (71%) e le forme di lavoro ibrido (77%).

Proporre alternative flessibili sta diventando per le aziende una scelta quasi obbligata e non più un’opzione ipotetica.

Infatti, più un’azienda si dimostrerà disposta ad abbracciare queste esigenze, anziché limitarsi a tollerarle, più sarà in grado di attirare a sé nuovi professionisti di talento.

Le aziende che saranno capaci di adattarsi saranno inoltre in grado di ottenere un vantaggio competitivo sul mercato del lavoro e potranno raggiungere tassi di fidelizzazione del personale decisamente più alti.

Cosa possono fare le aziende per affrontare la rivoluzione in atto

Alla luce dei grandi cambiamenti finora descritti, le aziende si troveranno a gestire situazioni, richieste ed esigenze nuove e dovranno riuscire a farlo nel miglior modo possibile.

Cerchiamo di capire come:

  • poiché la fedeltà aziendale ha perso appealing, le aziende si troveranno a dover assumere più frequentemente. Proprio per questo sarà necessario per molte organizzazioni rivedere i propri approcci di assunzione in un’ottica di recruiting permanente;
  • i professionisti di talento sono sempre meno disposti ad accettare retribuzioni inferiori se possono trovare guadagni più alti altrove. Le aziende dovranno dunque impegnarsi ad offrire una retribuzione adeguata e superiore a quella dei concorrenti, così da poter attirare e soprattutto trattenere nuovi talenti;
  • se le priorità del lavoratore sono cambiate, l’azienda dovrà dimostrarsi capace di saper leggere il cambiamento e accoglierlo.

Soddisfare le esigenze dei propri lavoratori, ridefinire la Value Proposition e garantire un benessere anche emotivo, diventano step imprescindibili al fine di fidelizzare i propri dipendenti e trovarne di nuovi.  

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