Attivismo e Comunicazione. Come fare la differenza

Capita spesso, a ciascuno di noi, di avere una visione parziale delle cose. Questo può condurre in molti casi alla nascita di stereotipi, pregiudizi o mancata conoscenza di determinate dinamiche e, uno dei movimenti che più risente di questi aspetti, è proprio l’attivismo (sociale o ambientale che sia).

Nel nostro immaginario rientrano le lunghe marce con i cartelli in mano o le strade bloccate per protesta ma l’attivismo è anche molto altro, un movimento che ha portato profondi miglioramenti e cambiamenti, negli ambiti in cui è riuscita ad operare. È comunità, è iniziativa, è prospettiva.

Comprendere cosa significhi, come renderlo uno strumento di trasformazione positiva, come mettere a disposizione le nostre capacità per cause che riteniamo importanti non è semplice. Proviamo allora in questo articolo a sfatare alcuni stereotipi facendo chiarezza e mostrandovi come, ad esempio, sia possibile utilizzare la propria passione, le proprie abilità (la comunicazione e il marketing nel nostro caso) come forme di attivismo.

Cosa Significa Fare Attivismo

Potremo intendere l’attivismo come una forza motrice di cambiamento sociale che, partendo da una personale missione o sensibilità e dalla volontà di agire, difende valori e cause comuni.

È interessante infatti notare il senso di comunità e appartenenza che si crea attorno ai gruppi di attivisti. Condividere una identità, una causa comune è tra i più importanti motori e acceleratori del cambiamento ed esserne parte significa attivarsi nella promozione di un cambiamento sociale, politico, ambientale o culturale positivo. Non si tratta di influenzare, persuadere, spaventare, modificare le opinioni pubbliche, le politiche governative o le pratiche sociali ma di sensibilizzare verso una determinata causa e far discutere su questioni come i diritti umani, l’uguaglianza di genere, la giustizia sociale, l’ambiente, la salute e molte altre tematiche.

Troppo spesso, però, l’attivismo è erroneamente associato solo a manifestazioni rumorose e proteste in strada; sebbene queste rappresentino delle manifestazioni di impegno civico, è importante sapere che l’attivismo abbraccia un’ampia gamma di strategie e tattiche, molte delle quali si concentrano anche sulla comunicazione e l’online come potente strumento di cambiamento.

Cos’è l’Attivismo Digitale

L’era digitale ha introdotto nuove prospettive e opportunità, tra cui la nascita del concetto di “attivismo digitale”: l’uso ovvero delle piattaforme online, dei social media e degli altri strumenti digitali per promuovere cause, condividere informazioni e mobilitare sostenitori.

I social media, in particolare, hanno dimostrato di essere uno strumento potente per diffondere messaggi, sensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere sostegno. Non a caso sono nate alcune tra le community più importanti proprio grazie a questo nuovo linguaggio comunicativo che attraverso educazione, messaggi positivi, hashtag virali, condivisione di storie personali e petizioni online, è riuscito a dimostrare di poter innescare discussioni nazionali e internazionali sui temi cruciali che si era prefissata e che prima non riuscivano ad aderire o scuotere le coscienze.

I vantaggi di questo tipo di attivismo sono quelli di raggiungere un pubblico sempre più ampio e diversificato, superando le barriere geografiche e culturali, oltre che rimuovere definitivamente stereotipi come quelli dell’attivista rumoroso in piazza (anche se, ripetiamo, tale modalità quando rispettosa della legge, è una legittima manifestazione di idee); inoltre rende possibile divulgare a scopo informativo le tematiche della causa, fare formazione, promuovere discussioni con esperti del settore e creare collegamenti con professionisti che possano espandere la portata del confronto.

Quali altre forme di attivismo esistono?

Forme Alternative di Attivismo

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoltoso_Sconosciuto

In precedenza abbiamo capito esistere forme alternative alla classica visione e manifestazione dell’attivismo “da corteo”.
Potremmo raccogliere tali forme “alternative” tra:

  • Comunicazione Visiva: ovvero tutto ciò che riguarda arte, fotografia, manifesti, video, ideazione di spot pubblicitari o spettacoli teatrali, al fine di trasmettere messaggi profondi e coinvolgenti.


Ad esempio l’immagine di un singolo individuo in ginocchio di fronte a una fila di carri armati a piazza Tiananmen è diventata un simbolo universale di protesta pacifica.

  • Comunicazione Verbale: i discorsi pubblici, le conferenze, interviste e talk possono sensibilizzare, ispirare e mobilitare moltissime persone.

    Il discorso di Malala Yousafzai all’ONU, dove ha difeso l’istruzione delle ragazze, ha lasciato un’impronta duratura nelle menti di molti e ha contribuito alla sua lotta per l’istruzione universale.
  • Comunicazione Scritta: articoli, libri, manifesti, raccolte firme, blog contribuiscono alla diffusione di conoscenza e consapevolezza su tematiche sensibili e prioritarie.

    Rachel Carson, con il suo libro “Silent Spring”, ha catalizzato il movimento ambientalista, portando all’adozione di leggi sulla tutela dell’ambiente.

In generale tutto ciò che riguarda la comunicazione e la creatività possono essere potenti strumenti alternativi di attivismo. Tra questi tuttavia possono rientrare a pieno titolo anche iniziative come:

  • Petizioni Online:

Allo scopo di creare e diffondere petizioni attraverso piattaforme ad hoc per raccogliere firme e attirare l’attenzione su questioni specifiche. Le petizioni possono essere presentate alle autorità competenti o all’opinione pubblica per chiedere cambiamenti o azioni specifiche.

  • Lobbying e Advocacy:

Lavorare con organizzazioni non governative (ONG) o gruppi di pressione per influenzare le decisioni politiche può avere un impatto decisamente grande. Questo può includere la scrittura di lettere, e-mail o chiamate ai rappresentanti politici, partecipazione a riunioni, audizioni pubbliche e campagne di sensibilizzazione presso i legislatori.

  • Raccolta Fondi e Sostegno Finanziario:

Organizzare campagne di raccolta fondi per sostenere progetti e organizzazioni legate alla causa può aiutare a finanziare azioni concrete e interventi diretti sulle questioni di riferimento.
A proposito, hai mai sentito parlare della racconta fondi in criptovalute?

  • Volontariato e Servizio Comunitario:

Partecipare a iniziative di servizio comunitario che supportano direttamente le persone colpite dalla questione. Questo può dimostrare l’impegno pratico verso la soluzione dei problemi.

  • Sensibilizzazione presso Istituzioni Educativi:

Organizzare conferenze, dibattiti o eventi di sensibilizzazione presso istituti scolastici e università per coinvolgere giovani studenti e promuovere la comprensione delle questioni, può alimentare il dibattito e coinvolgere nuovi protagonisti nella propria causa, al fine di condurre a nuove consapevolezze e creare un movimento comune e condiviso.

Marketing e Communication Activism

Oltre alle forme tradizionali di attivismo e a quelle presentate nel paragrafo precedente, potremmo aggiungere anche il marketing e la comunicazione che da sempre costituiscono gli strumenti fondamentali per promuovere il cambiamento sociale.

Le strategie di marketing e le tecniche di comunicazione sono da sempre orientate ad un pubblico preciso con l’intento di intercettarne i bisogni, le emozioni, la sensibilità e scatenare una determinata re-azione.
Il “marketing e communication activism”, in questo senso, consiste nel tentativo di adattare tecniche di comunicazione e marketing al fine di promuovere determinati progetti socio-ambientali e favorire il raggiungimento di obiettivi sociali.

Vediamo alcuni dei contributi e delle aree all’interno del quale opera con notevole impatto il marketing e communication activism nei settori del no-profit, delle imprese sociali e delle B-corp.

  • Narrative Building: si tratta di creare narrazioni coinvolgenti, ad alto impatto ma facilmente comprensibili al fine di sensibilizzare e mobilitare nuovi sostenitori; in questo senso le storie personali di personaggi famosi, persone coinvolte direttamente della causa, vittime o l’utilizzo di forme di rappresentazione audio-visive, possono suscitare empatia e connessione emotiva.

  • Branding delle Cause: come le aziende creano un brand riconoscibile attorno alla propria proposta, anche le cause per cui ci si sta battendo, possono avere un’identità visiva e verbale riconoscibile, rendendo più facile per il pubblico identificarsi e creare un legame con essa.
  • Social Media: l’uso strategico di piattaforme come Facebook, Twitter, Instagram e TikTok può creare una comunità online di sostenitori attivi che dibattono e condividono contenuti amplificando il messaggio.
  • Campagne Creative: utilizzare l’umorismo, la provocazione e l’arte, può attirare l’attenzione su questioni importanti e spingere le persone a riflettere e agire con notevole efficacia.

In conclusione, è evidente come l’attivismo non sia più da considerarsi confinato alle forme di protesta tradizionali.

La comunicazione deve essere sempre uno strumento che può essere utilizzata per molteplici scopi: in questo caso per promuovere il cambiamento sociale.

L’attivismo digitale, la comunicazione visiva, verbale e scritta, insieme al marketing, possono rappresentare in tal sensi delle valide e potenti alternative per coloro che non si sentono a proprio agio con l’esposizione o le forme tradizionali di attivismo ma che possono sicuramente contribuire alla causa e nel raggiungere e ispirare un pubblico ampio.

La parola e la comunicazione in tutte le sue forme, può sempre sconfiggere i pericoli dell’ignoranza e dell’indifferenza.

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