Volatilità crypto: qual è l’impatto su no profit, filantropia e donazioni?

Al momento, il mercato crypto sta attraversando una fase delicata, nella quale sono stati registrati importanti cali in quasi tutte le criptovalute, principalmente trainati dal calo di Bitcoin.

A maggio di quest’anno, infatti, Bitcoin ha visto calare il suo valore circa del 50% rispetto ai mesi precedenti. Il crollo è proseguito nel mese di giugno, dove la criptovaluta più famosa del mondo ha raggiunto il valore di 19.217,81 dollari: un valore così basso non si vedeva da dicembre 2020.

Ma cosa sta succedendo al mercato crypto?

Questo fenomeno fa parte di uno dei fattori che spaventano di più del mondo delle criptovalute: la loro elevata volatilità. Tuttavia, gli investitori esperti sanno bene che la volatilità è un fenomeno normale in qualsiasi mercato.

La preoccupazione relativa alla volatilità investe in maniera significativa anche molte organizzazioni no profit che decidono per questo motivo di non aprirsi alla possibilità di ricevere donazioni in criptovalute.

Ma la volatilità può essere un’occasione per il settore no profit? Come dovrebbero comportarsi le organizzazioni che cercano di attirare cripto-filantropi verso la propria causa?

Volatilità, Bear Market, Bull Market: cosa significano questi termini?

Iniziamo con un breve approfondimento sui termini necessari per capire cosa sta succedendo nel mondo crypto adesso. In breve, i termini più importanti da ricordare sono tre:

  • Volatilità;
  • Bear Market;
  • Bull Market.

Volatilità

La volatilità si riferisce alla facilità con cui il prezzo di un certo asset (in questo caso di una determinata criptovaluta) varia in un breve arco di tempo. Se il prezzo varia rapidamente, si dice che esso ha una volatilità elevata.

Da cosa è influenzata la volatilità?

Proprio come per i mercati tradizionali, la volatilità dei prezzi delle criptovalute è influenzata da avvenimenti economici e politici che coinvolgono diversi Paesi e dalla circolazione delle notizie che riguardano proprio questo genere di eventi. Tra questi ci sono, ad esempio, l’incremento dell’inflazione e lo scoppio della guerra in Ucraina.

Bear Market e Bull Market

Si parla di Bear Market quando i prezzi relativi a un certo mercato si mostrano in calo. La fase che stiamo attraversando adesso, infatti, è proprio quella del Bear Market.

Durante questa fase molti investitori tendono a sentirsi spaventati dal calo del valore delle proprie criptovalute. Tuttavia, i più esperti sanno che si tratta solo di una fase, e che a un periodo di Bear Market seguirà certamente un periodo di Bull Market.

Il Bull Market, al contrario del Bear, indica infatti una risalita del valore (e dei prezzi) degli asset di un certo mercato.

Bull Market e Bear Market tendono a susseguirsi in continui cicli che sono influenzati da fattori geopolitici e correzioni del mercato. Per questo motivo, diversi investitori vedono nel Bear Market un’occasione chiave per investire, al fine di beneficiare della futura crescita di prezzi che si avrà nella fase di Bull Market.

volatilità

Perché la volatilità delle crypto preoccupa così tanto?

La percezione generale sulle criptovalute è che, rispetto ai mercati tradizionali, esse siano caratterizzate da una volatilità molto più alta. Questo le renderebbe un asset in cui sembra più pericoloso investire.

In realtà, la maggiore volatilità delle valute digitali è dovuta al fatto che il mercato crypto è caratterizzato da una liquidità più bassa rispetto ai mercati tradizionali. Cosa significa questo?

La liquidità di un mercato si riferisce alla quantità di investitori disponibili a scambiare determinati beni.

Ad esempio, se possediamo dei token di una criptovaluta e desideriamo venderli, è importante valutare la liquidità del mercato. Se la liquidità è troppo bassa (e, dunque, non ci sono abbastanza investitori disposti ad acquistare i nostri token) saremo costretti ad abbassare il prezzo al quale stiamo vendendo. Tale necessità di abbassare i prezzi di vendita va quindi a influenzare la volatilità del mercato.

Poiché la popolarità delle criptovalute è ancora in fase di crescita, è normale che la liquidità di questo mercato sia inferiore rispetto ai mercati più tradizionali, popolati da molti investitori.

Tutto questo porta alla percezione che le criptovalute siano un investimento rischioso: un’alta volatilità si associa alla possibilità che il valore di un certo token cali rapidamente.

Tuttavia, specialmente per le organizzazioni no profit, è importante essere consapevoli di due fattori.

1)    Ad una fase di Bear Market segue sempre una fase di Bull Market

Ce lo dimostra il rialzo incredibile che Bitcoin ha esibito dopo aver toccato uno dei suoi valori più bassi nel luglio 2021. Nell’estate scorsa, infatti, la valuta creata da Satoshi Nakamoto ha raggiunto il valore di 29.000 dollari.

Tuttavia, il suo valore è riuscito rapidamente a rialzarsi fino ad arrivare, nel novembre dello stesso anno, al suo valore più alto di sempre, raggiungendo i 68.000 dollari.

Molti investitori esperti riescono a non farsi prendere dal cosiddetto “panic selling” quando si osserva un calo dei prezzi. Il panic selling consiste, come suggerisce il nome, in una vendita dei propri asset dovuta alla paura che il valore di quei beni (in questo caso, di una criptovaluta) stia calando in maniera importante.

In realtà, è proprio il panic selling, in molti casi, che acuisce la gravità nel crollo del valore. Per questo motivo, nelle fasi di Bear Market è importante mantenere la calma e ricordare che, dopo una fase di down, ci sarà molto probabilmente una fase di up.

2)    La volatilità delle criptovalute rappresenta uno dei motivi per cui gli investitori preferiscono donare crypto

Nel momento in cui un investitore decide di convertire le criptovalute che ha accumulato in denaro contante, è obbligato a pagare delle tasse per incassare il proprio denaro, tasse che possono arrivare a cifre consistenti.

Soprattutto in America, dove la tassazione è regolata dalle linee guida dell’IRS, donare in beneficenza una parte del proprio patrimonio in criptovalute rappresenta il modo più efficiente e immediato per alleggerire il proprio carico fiscale.

Come cambiano le donazioni durante il Bear Market?

L’impressione generale che un’organizzazione no profit potrebbe avere durante questo periodo di Bear Market è che le donazioni stiano diminuendo.

In effetti, le donazioni potrebbero rallentare in questo periodo, ma il momento del Bear Market rappresenta un’opportunità tanto per gli investitori più esperti quanto per le organizzazioni no profit.

La fase di Bear Market, come abbiamo sottolineato in precedenza, è quella in cui molti investitori decidono di comprare nuovi asset piuttosto che di venderli, approfittando del ribasso del prezzo in questa fase per godere dei benefici del rialzo del valore durante il Bull Market.

Tenendo ciò a mente, questo è il momento in cui le organizzazioni no profit possono lavorare sul posizionarsi in maniera consistente nel mondo della cripto-filantropia. Questo momento è ideale per farsi conoscere da nuovi donatori, creando una relazione che si rivelerà proficua nel momento di un nuovo rialzo dei valori.

Cosa dovrebbero fare le organizzazioni no profit?

Come suggerisce la piattaforma di crypto-fundraising The Giving Block, questo è il momento in cui le organizzazioni no profit devono coltivare il proprio rapporto con i donatori. Per farlo, possono attivarsi in diversi modi.

Interagire con i donatori

Questa è la fase in cui l’interazione con i donatori ha un gradissimo valore. È importante spiegare la propria mission, i propri valori, e contemporaneamente sottolineare il grande impatto che anche una piccola donazione può avere.

Dal punto di vista della comunicazione, l’ideale è affermare e dimostrare che cosa un’organizzazione no profit può ottenere da una certa donazione.

Stabilire un’interazione solida e continuativa con chi investe in crypto farà sì che gli investitori si ricordino di una determinata organizzazione no profit, soprattutto in un momento di ripresa positiva del mercato.

Educare i donatori

Gli investitori (e potenziali donatori) meno esperti possono sentirsi spaventati dalla fase di Bear Market.

In questo momento, un’organizzazione no profit può aiutarli a tranquillizzarsi, informandoli del fatto che il Bear Market rappresenta una fase normale delle oscillazioni di tutti i mercati. In aggiunta, è possibile informare gli investitori del vantaggi fiscali delle donazioni in criptovalute.

Puntare sui progetti NFT

Come ha sottolineato anche The Giving Block, sebbene questo sia un momento in cui il valore delle criptovalute è sceso, le vendite di NFT non si sono fermate.

Abbiamo già parlato di come gli NFT rappresentano uno degli strumenti più efficaci e innovativi per il fundraising. I motivi sono molteplici, ma l’entusiasmo per gli NFT è ancora solido e può diventare un importante veicolo per le donazioni verso le no profit.

Sfruttare l’auto-conversione

Tra i motivi più comuni per cui le organizzazioni no profit sono reticenti ad aprirsi alla possibilità di donare criptovalute è la paura che, ricevendo donazioni in crypto, il valore di queste possa improvvisamente crollare.

Per evitare questo problema, molte piattaforme di donazione che consentono di ricevere criptovalute, mettono a disposizione un servizio di auto-conversione in valuta corrente. In questo modo, gli enti benefici non dovranno affatto preoccuparsi del fattore volatilità.

Fonte: The Giving Block – How Cryptocurrency’s Volatility is Fueling Philanthropy

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