Tecnologia, volontariato e attivismo sociale: tra digitale e analogico

In un mondo in cui l’evoluzione è costantemente innescata e accelerata dai progressi e dai ritrovati tecnologici, ci sentiamo sempre più interconnessi gli uni agli altri. Le telecomunicazioni hanno reso possibile gli scambi e le interazioni tra persone separate da centinaia di migliaia di chilometri, dando vita a innumerevoli realtà parallele rispetto alla dimensione del tangibile.

Ciò a cui siamo ormai abituati e assuefatti consta in una tecnologia come costante perenne in svariati ambiti di intrattenimento, educazione, finanza e sanità. Le innovazioni tecnologiche, ad ogni modo, possono essere applicate anche a contesti differenti rispetto a quelli appena citati e, in particolare, agli ambiti dell’attivismo e del volontariato.

In questo articolo intendiamo proporre una breve panoramica delle piattaforme web e delle applicazioni per dispositivi mobili che permettono di connettere volontari e attivisti in tutto il mondo, aumentando così l’impatto sociale delle varie iniziative. Infine, proporremo anche una riflessione sulle possibilità offerte da tali mezzi.

Tecnologia, volontariato e attivismo sociale: nuova linfa vitale per il volontariato

Se si parla di volontariato nel contesto digitale è pressoché impossibile citare Amnesty Decoders, una piattaforma web gestita dall’organizzazione non governativa internazionale Amnesty International. In sostanza, questo portale permette all’utenza di collaborare e coordinarsi per condividere e analizzare dati e documenti digitali (file, foto, video e altro ancora), prendendo parte, in questo modo alle indagini di Amnesty International in materia di violazioni dei diritti umani (nell’ambito di determinate iniziative create da Amnesty International).

Questa piattaforma si pone, dunque, a metà strada tra volontariato e attivismo ed è stata impiegata per la prima volta nel 2021 in America, per segnalare l’utilizzo dei sistemi di riconoscimento facciale (violando il diritto alla riservatezza) da parte della polizia, dando così vita alla campagna “Ban the scan”. Le strutture adibite al riconoscimento facciale sul territorio della città di New York potevano essere segnalate e geolocalizzate su una mappa virtuale della metropoli.

In generale, tuttavia, è bene far presente che, per quanto riguarda il volontariato, ad oggi, il punto di riferimento principale è costituito dai siti web ufficiali delle organizzazioni che si occupano della realizzazione di programmi e iniziative non a scopo di lucro.

In Italia, in tal senso, le maggiori realtà sono, tra le altre, Emergency, AVSI Foundation, Legambiente, Lega del Filo d’Oro, Caritas, Save the Children Italia e Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS). Visitando i portali di queste realtà è possibile ottenere tutte le informazioni sulle iniziative organizzate dalle stesse.

Di recente, poi, in terra nostrana stanno pian piano iniziando a prendere anche piede realtà come quella di Volounteermatch.org. Tale piattaforma, previa registrazione di un account, permette di ricercare le iniziative di volontariato disponibili in base alla propria zona di residenza. Il tutto con semplici filtri, in modo analogo a quanto avviene, ad esempio, sulle piattaforme di ricerca occupazionale.

Tra le soluzioni più interessanti in ambito smartphone e tablet, invece, possiamo citare l’applicazione VOMO (disponibile anche su iPhone e iPad) che permette di fare quanto appena detto nel caso di Volounteermatch.org e ShareTheMeal (scaricabile anche sui dispositivi Apple).

Quest’ultima si è inserita nell’ambito del World Food Program dell’ONU (l’Organizzazione delle Nazioni Unite) ed è finalizzata alla lotta contro la fame nel mondo. Con questa app è possibile fare donazioni per l’acquisto di pasti per le famiglie bisognose, ottenendo informazioni dettagliate su come vengono impiegati i fondi raccolti.

Ragazza che fa volontariato

Tecnologia, volontariato e attivismo sociale: l’attivismo ai tempi del web

Avevate mai sentito parlare di Change.org? Si tratta di un portale decisamente molto popolare tra gli internauti attivo dal 2007. Ad oggi questo è uno dei siti web più utilizzati per creare e condividere petizioni, con quasi 500 milioni di utilizzatori dichiarati a dicembre 2022.

La maggior parte delle iniziative e delle petizioni su Change.org riguardano tematiche affini a giustizia, diritti umani, diritti degli animali, ecosostenibilità, educazione, ambiente e cibo. Tra le petizioni più popolari è possibile citare quelle dedicate a George Floyd (del quale vi abbiamo accennato nei nostri articoli sull’attivismo nei videogiochi e in questa notizia) e a Breonna Taylor.

In sintesi, si tratta di un modo semplice e immediato per creare consapevolezza in merito a determinati argomenti, rivolgendo questi ultimi all’attenzione dell’opinione pubblica e degli organi politici in modo da innescare impatti concreti o, se preferite, un cambiamento (come suggerisce del resto il nome stesso della piattaforma).

Restando in tema di attivismo, è bene menzionare anche la popolare Avaaz.org. Si tratta di una piattaforma molto simile a Change.org sulla quale è possibile creare petizioni. Ad oggi il sito vanta più di 70 milioni di utenti registrati in 194 Paesi del mondo. Lo scopo di Avaaz.org, a detta dei creatori della stessa, è chiamare a raccolta gli “idealisti pratici” sparsi in tutto il pianeta e “colmare il divario tra il mondo attuale e il mondo che la maggior parte delle persone, ovunque, vorrebbe”.

Un altro esempio simile a quelli già proposti è rappresentato da Ekō (nota ai più come SumOfUs), una piattaforma lanciata online il 2011 e che vanta all’attivo diverse petizioni e iniziative di grande impatto come quella che ha portato il marchio di abbigliamento Zara a interrompere la vendita della lana del coniglio d’angora nel 2013. L’anno successivo, grazie a un’altra raccolta firme su Ekō, il gigante del cibo per la prima colazione Kellogg’s ha deciso di interrompere l’utilizzo dell’olio di palma ottenuto dalla deforestazione.

E per quanto riguarda le applicazioni per smartphone e tablet? Beh, in questo caso i mezzi più utilizzati sono certamente i social network come Facebook (che permettono di organizzare eventi), e le applicazioni di messaggistica istantanea (WhatsApp e Telegram in primis). Queste ultime, grazie alla funzione dei gruppi e dei canali, permettono di organizzare iniziative di protesta in un attimo riunendo gli utenti in gruppi e canali.

Non mancano, tuttavia, casi in cui gli attivisti hanno fatto ricorso a mezzi tecnologici molto più insoliti per far sentire, indirettamente, la propria voce. Nel 2022, i manifestanti pro-democrazia di Hong Kong hanno utilizzato la tecnologia di condivisione file AirDrop presente sui dispositivi di Apple per organizzarsi. Ciò perché, in sostanza, era stato imposto un veto all’utilizzo di social network e alle soluzioni di messaggistica.

Del resto, gli stessi attivisti cinesi avevano anche utilizzato la popolarissima componente multiplayer online del blockbuster videoludico Grand Theft Auto per esprimere il proprio dissenso nei confronti del governo.

Ragazzi che fanno attivismo

Tecnologia, volontariato e attivismo sociale: fornire un contributo comodamente da casa e null’altro?

Cosa si evince dalla panoramica fin qui fornita? Essenzialmente che, come nel caso di molti altri ambiti, l’apporto delle nuove tecnologie di comunicazione e affini semplifica notevolmente la possibilità di fornire un contributo e appoggiare le cause che si hanno a cuore. Ciò è vero, per forza di cose, sia per chi intende creare iniziative, sia per chi desidera prendere parte alle stesse.

Per intenderci, organizzare una raccolta firme con qualche semplice clic del mouse è molto più immediato e richiede molte meno energie che girare per le strade di una città con un foglio in mano fermando di volta in volta i passanti incontrati.

Oltretutto, le varie iniziative riescono a ottenere visibilità e seguito maggiore rispetto alla semplice organizzazione in “versione fisica” e, con l’utilizzo sapiente di mezzi che le piattaforme di attivismo e volontariato online mettono a disposizione dell’utenza, è possibile raggiungere in modo specifico i target di utenza interessati alle iniziative messe a punto, riducendo, ancora una volta, gli sforzi organizzativi.

Va da sé che, date tali premesse, la tecnologie rende possibile il proliferare di queste iniziative e la massimizzazione dell’efficacia delle stesse; tanto che, per fare un esempio, le petizioni per George Floyd e Breonna Taylor precedentemente citate hanno ricevuto, rispettivamente, 19.6 e 11.4 milioni di firme; numeri difficilmente ottenibili nell’ottica face to face.

Le stesse tecnologie, altresì, mettono a disposizione dell’utenza statistiche e strumenti di analisi, in genere, di semplice utilizzo, grazie ai quali è possibile ottenere un resoconto delle performance delle varie iniziative messe in atto. In base ai dati ottenuti, è poi possibile perfezionare le campagne e renderle sempre più impattanti.

Al netto di tutti i benefici evidenziati poc’anzi, va comunque sottolineato il fatto che volontariato e attivismo sono comunque strettamente dipendenti dalla realtà in senso stretto (quella tangibile) e in essa trovano piena espressione. Insomma: aiutare chi ha bisogno di aiuto e tutelarne i diritti va ben oltre un tap sul display di uno smartphone.

 

Ragazzi che fanno volontariato sociale

Conclusioni

Il costante progresso tecnologico ha trasformato radicalmente il modo in cui viviamo. Volontariato e attivismo hanno individuato un valido e funzionale alleato in computer, smartphone e tablet. Questi strumenti non solo hanno semplificato il coordinamento di iniziative, ma hanno anche amplificato la portata di petizioni e campagne.

Sono venute a crearsi così, possibilità inedite fino a poco tempo fa: segnalare su mappe virtuali potenziali minacce per la riservatezza delle persone, firmare una petizione a distanza, organizzare una protesta con persone che condividono gli stessi ideali ma che sono separate da migliaia di kilometri di distanza e altro ancora.

Nonostante i chiari benefici, tuttavia, va evidenziato il fatto che la tecnologia resta solo e soltanto un mezzo incapace di rimpiazzare azioni concrete compiute nella realtà di tutti i giorni, faccia a faccia.

 

 

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