

Rewild: il cambiamento climatico e la ricerca di un nuovo equilibrio
Il 2021 è il momento giusto per riconsiderare la questione dei cambiamenti climatici, tematica passata in subordine a causa dell’emergenza Covid-19. Lo ha fatto il collettivo di The Curators presentando, dal 19 gennaio al 13 febbraio, il suo progetto artistico sulla salvaguardia della biodiversità, presso la Galleria Il Vicolo di Milano. Rewild è un’idea partorita da cinque creativi – Frankie Caradonna, Tomaso Cariboni, Lucia Emanuela Curzi, Stefano Gagliardi e Dario Spinelli, con la collaborazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – che illustrano e al contempo ampliano il concetto di empatia includendovi tematiche finora inedite. Si parla di empatia:
- Tra uomo e ambiente
- Tra scultura classica e digital art
Rewild sostiene la conservazione e il ripristino degli ecosistemi originali attraverso un format, del tutto innovativo, che crede nel raggiungimento di un nuovo equilibrio.
Per tutta la durata della mostra, la Galleria si trasforma in una TAAZ (Temporary Autonomous Artistic Zone), ovvero uno spazio in cui l’esposizione artistica s’inserisce in sei intervalli di riflessione collettiva e dove il reale e il virtuale si sovrappongono. Infatti le installazioni saranno parallelamente fruibili attraverso la piattaforma https://thecuratorsmilan.com/.
Cosa significa Rewild? E perché rispecchia pienamente il nostro vissuto attuale?
Il termine Rewild deriva da rewilding, concetto che racchiude la salvaguardia e il ripristino di predatori e piante autoctone, la creazione di aree con divieto di pesca e più in generale la conservazione degli habitat primigeni.
Quello dei Curators è un progetto fortemente legato all’attualità: Rewild è un desiderio di rinascita, di proiezione verso un futuro più lieto. Uno stato d’animo, scaturito dalla pandemia, che accomuna tutti quanti. Inoltre, la Galleria è al momento chiusa ma l’esposizione è comunque visibile dall’esterno; un po’ come le nostre vite, momentaneamente chiuse ma resilienti e pronte a spalancarsi.
Diatomee
Il focus artistico del primo incontro è stato riposto sulle diatomee. La diatomea è un organismo unicellulare alla base della catena alimentare della fauna marina. La sua preziosità, proprio come quella delle piante, consiste nell’ assorbire anidride carbonica ed emettere ossigeno, purificando l’aria che respiriamo.
Per spiegare la sua importanza determinante, l’artista Ludovico Bomber ha realizzato Dardo, una scultura in ferro che dialoga con una scultura tridimensionale: una freccia tesa in equilibrio che punta in direzione dell’ologramma di una diatomea. Il concetto di empatia in questo caso sta nella capacità di riconoscere, propria dell’uomo, il valore di un essere al di là della sua microscopica presenza. È così che l’empatia diventa fondamentale per promuovere la salvaguardia della biodiversità, e quindi della nostra stessa esistenza, svalutando al contempo la visione antropocentrica che abbiamo del mondo.
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