I dati della povertà nel mondo aggiornati al 2022, continente per continente

Sconfiggere la povertà nel mondo è il primo degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, traguardo importante che consentirebbe di dare un’ulteriore spinta a molti degli altri punti presenti all’interno del programma delle Nazioni Unite. Conseguenze come la fame, la mancanza di cure adeguate e l’impossibilità di accedere all’istruzione, sono spesso causate dalla povertà presente in molti paesi, anche in quelli più ricchi.

Quindi, a che punto siamo? Quanto manca al raggiungimento di questo obiettivo?

Sulla base dei dati raccolti dalla Banca Mondiale, la povertà estrema è dettata da una soglia minima di 1,90 $ al giorno, ovvero il compenso con il quale sono costrette a vivere più di 670 milioni di persone.

Il World Data Lab elabora i dati per trarre una stima dell’abbassamento dei numeri negli anni successivi e ci permette di dare un’occhiata alla percentuale di povertà presente nei vari continenti:

  • Africa 32%
  • Asia 4%
  • Europa 0.3%
  • Nord America 2%
  • Sud America 7%
  • Oceania 7%

Un numero ancora molto alto che difficilmente ci consente di vedere l’orizzonte e ci fa notare, soprattutto, quanto il divario sia ampio tra le varie popolazioni.

Eppure, è importante ricordare quanti passi in avanti sono stati fatti negli anni passati e quanti ancora ne potremmo fare in quelli futuri.

Il trend della povertà nel mondo: dal ’80 ad oggi

La Banca Mondiale ha iniziato la sua inchiesta a partire dal 1981, raccogliendo le informazioni sulla povertà e lo sviluppo economico presso i vari paesi del mondo, per poi trarre i risultati riguardo i consumi giornalieri delle famiglie e individuare, così, il limite oltre il quale si arriva alla povertà estrema.

Purtroppo, non abbiamo veri e propri dati empirici prima del 1981, ma i ricercatori sono riusciti a fare una stima del reddito sulla base delle informazioni riguardo la produzione economica di quegli anni. Di particolare importanza sono stati gli studi di Bourguignon e Morrison, che hanno portato avanti una ricerca riguardo la “Disuguaglianza tra i cittadini del mondo”, tra il 1820 e il 1992.

Possiamo, comunque, notare come in questi quarant’anni, la percentuale dei poveri nel mondo sia scesa drasticamente: secondo le indagini, se i numeri di oggi corrispondo al 9,2% della popolazione globale, nel 1981 la quota delle persone che vivevano in condizioni di estrema povertà raggiungeva il 43%.

Gli andamenti delle statistiche sulla povertà nel mondo sono promettenti e ci fanno ben sperare nella buona riuscita di progetti futuri, improntati allo sviluppo delle aree più povere. Analizzando le infografiche si nota come, mentre le proiezioni per Asia e Pacifico relative alla povertà indicano una progressiva riduzione, i dati sull’Africa Sub-Sahariana prevedono invece addirittura una crescita della povertà.

Progresso che permetterebbe agli abitanti di quelle zone di avere un tenore di vita migliore, con tutto ciò che ne consegue in termini di nutrizione, salute ed inclusività.

Le cause della povertà nel mondo

Le cause della povertà possono essere diverse, date non solo dallo sviluppo economico di un paese ma anche dagli eventi e i fatti che si verificano nel mondo. I conflitti, la mancanza di risorse, le catastrofinaturali sono tutti fattori che possono causare la povertà.

Sviluppo economico

Tra le fonti principali troviamo sicuramente le possibilità economiche di un paese: ad esempio nelle zone centrali dell’Africa, le istituzioni difficilmente hanno la possibilità di garantire le risorse necessarie per costruire infrastrutture che forniscano acqua pulita o servizi medico sanitari di qualità.

I paesi con un reddito più alto hanno maggiori opportunità di mettere a disposizione dei cittadini beni di prima necessità, posti di lavoro, borse di studio per l’istruzione e molti altri vantaggi che aiutano a condurre una vita qualitativamente migliore.

Le guerre

 La guerra, un’altra delle maggiori cause della povertà nel mondo, è purtroppo una costante che alcune popolazioni sono costrette a sopportare ogni giorno. Ci sono guerre che si protraggono da anni e anni e che continuano ad indebolire il paese e a rallentare il suo sviluppo economico.

Ma sappiamo veramente quanto può costare una guerra?

È passato un mese dall’inizio della guerra in Ucraina per mano della Russia di Putin e gli effetti sono stati avvertiti fin da subito: le pesanti sanzioni che sono state imposte dalla Nato e dall’Unione Europea, le spese di guerra e l’utilizzo di risorse naturali come gas e petrolio porteranno la Russia ad un abbassamento del PIL del 15% nel corso di quest’anno.

Molte di queste spese sono state riversate sulle spalle della popolazione russa che si è trovata a spendere il 14% in più per comprare prodotti base, come zucchero e grano.

Dall’altra parte, la maggioranza di cittadini ucraini è caduta in povertà: la guerra li ha costretti a scappare e abbandonare tutto, perdere la casa ed ogni tipo di bene, primario o accessorio che fosse. 

La pandemia Covid-19

Negli ultimi anni abbiamo assistito anche all’arrivo della pandemia di Covid-19 che ha pesato notevolmente sull’economia globale e che ha contribuito allo svantaggio sociale ed economico di molte persone.

Il lockdown ha costretto i cittadini a casa, alcuni dei quali hanno perso il lavoro e di conseguenza ora si trovano ad arrivare con difficoltà a fine mese, riuscendo a stento a far fronte alle spese giornaliere.

Le discriminazioni

La discriminazione, che oltre ad essere una causa è anche un effetto, contribuisce a creare la povertà nel mondo. Le discriminazioni sono spesso presenti anche nei paesi più ricchi e possono riguardare il genere, come anche l’etnia o l’orientamento sessuale.

Purtroppo per molti paesi la parità salariale tra uomo e donna è ancora un argomento di discussione e ben lontano dall’essere risolto, così come i pregiudizi razziali che scatenano atti di vandalismo nei confronti di persone innocenti.

Gli effetti della povertà

A volte la povertà può essere causata dagli stessi effetti che produce: pensiamo anche solamente, per esempio, ad una persona che non ha la possibilità di frequentare una scuola che possa garantirle l’istruzione necessaria per avere maggiori opportunità di lavoro. Lo stesso vale per molte altre conseguenze che derivano dalla disponibilità economica e di beni primari.

Mancanza di beni di prima necessità

La povertà è spesso dettata dalla mancanza di beni di prima necessità che, diciamolo, spesso si tendono a dare per scontati. Questi sono cibo, acqua pulita e cure mediche di qualità che consentano un tenore di vita sano e accettabile.

Purtroppo, ci sono ancora diverse persone che faticano ad avere a disposizione abbastanza cibo e acqua potabile: spesso si tratta di mancanza di infrastrutture adeguate all’interno di alcune aree geografiche, difficili da costruire o costose da mantenere per un governo anch’esso povero, anche le risorse economiche fanno la differenza.

Lo stesso vale per i sistemi sanitari che, durante quest’ultimi anni, sono stati messi a dura prova dalla pandemia e ci hanno mostrato come alcuni servizi medici non siano abbastanza per poter garantire le cure necessarie. La mancanza di personale specializzato, la presenza di ospedali lontani dai centri abitati o troppo piccoli per ospitare un ingente numero di pazienti hanno dimostrato come ci sia ancora molta strada da fare per eliminare questo tipo di disuguaglianza.

Assicurare la distribuzione e l’accessibilità di beni primari alla popolazione mondiale dovrebbe essere prioritario per la buona riuscita contro la lotta alla povertà.

Mancanza di istruzione

Un altro effetto della povertà nel mondo è la mancata istruzione e il conseguente analfabetismo, che non permette il pieno sviluppo della persona, sia a livello lavorativo che sociale.

Nei paesi più poveri non è raro vedere bambini lavorare piuttosto che frequentare la scuola e i ragazzi della stessa età, anche loro contribuiscono al sostentamento della famiglia come possono.

Ma non avere accesso all’istruzione aumenta la possibilità di un’esclusione sociale e di non riuscire a trovare un lavoro adeguatamente retribuito, non potendo così contribuire alla vita economica e politica dello stato.

Le discriminazioni

Come detto in precedenza, le discriminazioni sono ancora molto presenti nella nostra società e influenzano le opportunità di un individuo al punto da essere un impedimento per la propria carriera lavorativa o motivo di emarginazione.

Per colpa di pregiudizi legati alla religione, all’orientamento sessuale o al colore della pelle, le persone vengono isolate, allontanate e prese in giro, contribuendo così ad un sistema non inclusivo e incompleto.

Non poter consentire le stesse opportunità a persone di diversa etnia, genere o posizione sociale accresce sempre di più il divario e la possibilità che queste si trovino in condizioni di estrema povertà.

Difficoltà nello sviluppo economico e sociale

Tutti i punti che abbiamo elencato prima sono, inevitabilmente, degli ostacoli per lo sviluppo economico e sociale del paese. Perché uno stato che non è in grado di fornire ai propri cittadini le risorse necessarie ad uscire dall’indigenza, avrà difficoltà nella realizzazione di uno sviluppo sostenibile e nel raggiungimento di un benessere condiviso e comune.

I programmi e le iniziative per risolvere il problema

programmi per la povertà nel mondo

Nel mondo, sono state attuate diverse iniziative per cercare di porre rimedio al problema della povertà. Ci sono molte istituzioni e associazioni umanitarie, grandi e piccole che siano, che hanno deciso di portare avanti progetti solidali e che ogni giorno si impegnano nella loro realizzazione.

Agenda 2030

Tra questi troviamo l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, firmata dall’ONU nel 2015 con la volontà di far fronte a diverse ed importanti problematiche presenti in tutto il mondo, è un programma che ha come traguardo il raggiungimento di diciassette obiettivi entro il 2030, primo fra tutti quello di “sconfiggere la povertà nel mondo”.

All’interno di questo primo proposito sono presenti varie promesse tra cui:

  • Dimezzare il numero di poveri nel mondo;
  • Garantire beni e servizi primari e uguali opportunità di accedere alle risorse economiche a tutta la popolazione globale;
  • Fornire mezzi e risorse adeguati ad aiutare i paesi meno sviluppati o in via di sviluppo.

Tra gli altri obiettivi troviamo molte conseguenze dirette della povertà, come sconfiggere la fame, assicurare salute e servizi igienico-sanitari di qualità, fornire un adeguato livello di istruzione, dare la possibilità di avere un lavoro dignitoso.

Quindi, arrivare alla concretizzazione del primo obiettivo significherebbe essere più vicini anche alla realizzazione dei seguenti, curando così il problema alle radici. 

L’Agenda 2030 è stata istituita, fin da subito, con il compito di portare all’attenzione globale i temi centrali sui quali si dovrà basare uno sviluppo sostenibile reale:

  • Le persone;
  • Il pianeta;
  • La prosperità;
  • La pace;
  • La collaborazione.

Obiettivi concreti a cui attenersi per la realizzazione di un futuro sostenibile, concentrato sul benessere comune delle persone e del pianeta.

Affinché tutto questo sia possibile, vi è la necessità di portare avanti una collaborazione tra i vari Paesi, una partecipazione solidale che sia focalizzata allo scopo di tutelare il mondo e i suoi abitanti.

La Banca Mondiale

La Banca Mondiale non si occupa solo di raccogliere dati in tema di povertà e sviluppo economico, ma è un’organizzazione di cui fanno parte 189 paesi e che si occupa di fornire le risorse economiche necessarie per la realizzazione di progetti nei paesi in via di sviluppo.

Fino ad oggi, ha finanziato oltre 45 miliardi di dollari per il supporto di più di 12 mila programmi, aiutando i più poveri nella creazione e alla crescita di un’economia sostenibile, provvedendo alla costruzione di infrastrutture che forniscano salute, lavoro e tutto ciò di cui hanno bisogno.

Inoltre, secondo il report annuale del 2021, la Banca Mondiale ha donato 157 miliardi di dollari per sostenere l’emergenza sanitaria della pandemia di Covid-19 e l’acquisto di vaccini sicuri ed efficienti.

Il cuore dei suoi progetti si basa sul fornire aiuto e assistenza nella realizzazione di posti di lavoro che possano dare dignità alle persone più povere presenti nel mondo, in modo che abbiano gli strumenti necessari per diventare autonome e partecipare attivamente alla costruzione di uno sviluppo sostenibile della loro nazione.

CO.P.E. – Cooperazione Paesi Emergenti

CO.P.E. è una ONG italiana che nasce a Catania nel 1983. Nonostante sia un’organizzazione relativamente giovane, ha due sedi in Italia e sette in Africa dove si occupa di progetti che abbracciano diverse problematiche, collegate agli obiettivi dell’Agenda 2030.

In Italia si occupa, principalmente, di sensibilizzare e promuovere le operazioni condotte all’Estero e dal 2014, ha avviato anche alcune iniziative per aiutare l’integrazione dei migranti che arrivano sulle nostre coste. Inoltre, è in collegamento con diverse ONG presenti sul territorio italiano, con le quali collabora per la promozione dell’Educazione alla Cittadinanza Globale.

La loro missione principale è quella di portare le comunità che sostengono ad instaurare un’economia solida, affinché queste siano libere dalla povertà. Alla base è presente lo sviluppo dell’istruzione scolastica per i più piccoli e di attività formative riguardo il commercio per gli adulti, frutto delle risorse raccolte a sostegno dei progetti.

Intersos

Intersos, uno dei nostri fidati partner, si occupa dei poveri in tutto il mondo per dare loro il sostegno e l’aiuto necessario a combattere le condizioni di disagio in cui si trovano. Ogni loro passo segue i principi della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, volta alla tutela della persona e della pace tra i popoli.

In particolare, attraverso le sue attività di volontariato cerca di promuovere la cooperazione le persone presenti nella comunità, in modo che entrino in contatto diverse realtà e che questo crei un valore comune e condiviso.

La onlus agisce cercando di garantire l’accesso a beni di prima necessità, come cibo e cure mediche e, inoltre, scende in campo con interventi d’emergenza per le vittime di guerre e catastrofi naturali.

Grazie alle donazioni ricevute, nel 2019 sono riusciti a realizzare più di 170 progetti umanitari fornendo soccorso a chi più ne aveva bisogno.

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