La povertà educativa: definizione

La povertà educativa è una diretta conseguenza della povertà economica, ma allo stesso tempo una delle sue cause scatenanti.

I minori che nascono e crescono in situazioni di svantaggio o di disagio spesso non percepiscono la mancanza di istruzione come un elemento fondamentale per cambiare le loro condizioni di vita.

Hanno necessità più impellenti, come garantirsi il pasto della giornata, guadagnarsi da vivere, mantenere un tetto sopra la testa o ricevere cure sanitarie adeguate.

Eppure, senza una buona istruzione risulta complicato ampliare le proprie opportunità e uscire effettivamente dalla situazione di povertà in cui si trovano.

Ma come si è arrivato effettivamente a parlare di povertà educativa?

Il termine “povertà educativa” ha iniziato a prendere piede negli anni ’90, all’interno della letteratura, per poi essere successivamente utilizzato da associazioni e organizzazioni che avevano la necessità di dare un nome a questo fenomeno.

Questo ha permesso di individuare e mettere in evidenza un problema molto ampio, per poter sviluppare in seguito delle politiche idonee per l’infanzia e l’adolescenza.

Quando si parla di povertà educativa, si indica la condizione in cui si trova un minore che viene privato del suo diritto all’apprendimento, così come alla partecipazione di attività culturali o ludico didattiche.

Tutto ciò che possa contribuire alla sua crescita e alla sua formazione, che sia essa educativa, fisica o socio-emozionale.

Così, il bambino non ha l’occasione di sviluppare le proprie capacità e di ampliare il suo completo potenziale, non solo per una maturazione personale ma anche per il progresso della società in cui si trova.

Infatti, la povertà educativa incide molto anche a livello sociale, perché permette al bambino di sperimentare i primi approcci con il prossimo.

Di conseguenza, vivere in una condizione del genere potrebbe portare ad essere emarginato sotto diversi ambiti della vita, ovvero quello economico, sociale, ma anche e soprattutto lavorativo.

I numeri della povertà educativa

Sulla base di quanto scritto poco sopra, vediamo quindi che i dati riguardanti la povertà assoluta e la povertà relativa nella quale si trova la popolazione mondiale non sono da sottovalutare.

Gli studi condotti dalla Banca Mondiale evidenziano come più di 670 milioni di persone si trovano in una situazione di povertà estrema.

Quest’ultima espressione è stata coniata per suggerire una povertà sotto la soglia di reddito giornaliero minimo, che la Banca Mondiale ha individuato essere pari a 1,90 $.

Il risultato è da riferirsi ad una stima globale, che copre Paesi molto diversi tra loro: da quelli più ricchi e maggiormente sviluppati, alle regioni più povere del mondo o in via di sviluppo.

Ma non sono numeri da prendere alla leggera: questi individui hanno problematiche derivate dalla povertà che riguardano anche i beni di prima necessità e che, spesso, non permettono loro di vivere una vita quanto più dignitosa possibile.

Inoltre, secondo alcune recenti ricerche, gli analfabeti nel mondo sarebbero 757 milioni tra la popolazione adulta, mentre i minori sono circa 115 milioni.

Il primo tra i continenti più colpiti è l’Africa, in quanto spesso non ci sono strutture adeguate che consentono ai ragazzi di intraprendere un percorso didattico e affiancarlo ai lavori manuali quotidiani.

Ma le cause riguardano anche la mancanza di insegnanti qualificati, che siano in grado di fornire un vero e proprio approccio educativo a chi vuole imparare a leggere e scrivere.

Un altro dato significativo, è che due terzi degli individui analfabeti sono donne: perché nel momento in cui un nucleo familiare ha la possibilità di pagare gli studi ad un solo figlio, solitamente, viene scelto il maschio che ha l’obbligo sociale di occuparsi del sostentamento della famiglia.

L’analfabetismo non solo non permette alla persona di guadagnarsi maggiori e migliori opportunità lavorative ma, allo stesso tempo, la rende ignara dei propri diritti e non è in grado di farli valere.

Per quanto riguarda il nostro Paese, i dati dimostrano una diretta connessione tra povertà educativa e povertà economica.

Secondo i rapporti delle prove INVALSI 2022 dimostrano come avere alle spalle un background socioeconomico medio alto favorisce sensibilmente il raggiungimento di un esito positivo.

Quindi, gli studenti che si trovano in posizioni svantaggiose e che non hanno le stesse opportunità dei loro coetanei, in termini economici o sociali, hanno un rendimento scolastico più basso.

Abbiamo avuto un esempio significativo nel periodo della Pandemia di Covid-19: il divario scolastico è aumentato esponenzialmente, soprattutto per chi non ha potuto usufruire di un’ottima connessione internet e chi non ha avuto la possibilità di acquistare i mezzi necessari per seguire le lezioni da remoto.

Purtroppo, è una condizione complicata da cui la fascia di popolazione che ne è colpita fatica ad uscire.

Delle volte viene tramandata da generazione in generazione ed è necessario l’intervento degli organi di governo perché questo fenomeno venga sconfitto.

Infine, bisogna parlare anche di quanto sia incisivo il numero dei giovani che abbandonano gli studi.

L’abbandono scolastico precoce è molto diffuso: la percentuale dei cittadini europei di età compresa tra i 18 e i 24 anni che non hanno conseguito il diploma di scuola superiore è circa del 9%.

In Italia, vediamo che nel Mezzogiorno la percentuale sale al 20%.

L’ipotesi dietro questa problematica potrebbe riguardare una sfiducia nel sistema scolastico e nelle istituzioni da parte delle famiglie più povere.

Soluzioni povertà educativa

Gli effetti

Gli effetti conseguenti alla povertà educativa sono molteplici, a partire dal drastico calo di opportunità per la propria crescita personale e lavorativa.

Pensiamo alla differenza che può fare avere accesso ad un’istruzione di alto livello ed avere la possibilità di poter frequentare scuole rinomate che garantiscano da subito un’ottima posizione lavorativa.

Per chi ha difficoltà anche solo nel pagare gli studi universitari sarà molto complicato presentarsi per posizioni lavorative che richiedono un alto grado di formazione.

Quindi, coloro che si trovano in una condizione di povertà educativa, spesso causata dalla mancanza di un adeguato sostegno economico, troverà sempre più complesso uscire da questa situazione.

Sono vantaggi che, purtroppo, tendiamo a sottovalutare e a pensare che siano alla portata di tutti.

Ma non è così.

Le istituzioni educative hanno un ruolo davvero importante nello sviluppo di un individuo.

Permettono di creare esperienze condivise e legami che aiutano la persona nella propria crescita personale.

Inoltre, queste consentono di identificare e comprendere quale sia il loro posto nel mondo e all’interno della società di cui fanno parte.

Frequentare un percorso didattico significa non essere vittima di marginalizzazione economica o sociale e potersi costruire un futuro migliore, sulla base delle proprie competenze e capacità.

Le possibili soluzioni

Quando siamo di fronte al fenomeno della povertà educativa, non è possibile pensare che sia una condizione che riguarda solo ed esclusivamente la persona colpita.

È un problema che spesso è di natura economica ma che può avere dei riscontri negativi nella società in cui viviamo.

Affinché ci sia uno sviluppo completo del Paese e un profitto comune, ognuno di noi deve pensare a come fornire il proprio aiuto a chi ne ha più bisogno.

Capita spesso che i ragazzi che si trovano in situazioni svantaggiate perdano la fiducia nelle istituzioni e nel sistema scolastico, soprattutto quando non viene tenuto conto delle loro problematiche quotidiane.

Convincerli a proseguire gli studi e a costruire un futuro solido, che abbia maggiori opportunità lavorative, è compito della nostra società.

Dove questa non arriva, le istituzioni e i governi hanno il dovere di attuare delle politiche che incentivino la loro formazione.

Per fare questo non basta fornire borse di studio, bisogna agire anche a livello locale sulle strutture e sul personale presente nel territorio.

Un esempio è quello di migliorare i servizi educativi universali e svolgere un’azione di potenziamento del sistema scolastico, dove ce n’è più bisogno.

Inoltre, aggiornare il percorso formativo in modo che sia più completo e vantaggioso per i giovani d’oggi che spesso tendono ad informarsi e ad apprendere su internet, potrebbe essere una scelta significativa per il futuro del sistema educativo.

Iniziative povertà educativa

Le iniziative pubbliche e private che si occupano della povertà educativa

La Giornata Internazionale dell’Educazione, celebrata il 24 gennaio, ci ricorda quanto questa sia importante per la crescita di un individuo.

Ma non è la sola iniziativa che aiuta a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema.

L’ONU si è espressa più volte contro la povertà educativa, inserendola anche tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

“Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti” è il quarto dei diciassette obiettivi presenti all’interno dell’Agenda 2030.

La scheda informativa spiega come il livello di alfabetizzazione sia cresciuto molto negli ultimi anni e si è sempre più vicini al raggiungimento di una parità di accesso all’istruzione per ambo i sessi.

Ma non si parla solo di disparità di genere: è rivolta una particolare attenzione anche alle persone più fragili e vulnerabili, come le persone affette da disabilità, o chi potrebbe essere emarginato per le motivi di origine razziale o culturale.

È un obiettivo complesso, che cerca di sconfiggere la povertà educativa sotto diversi fronti, dalle strutture idonee all’insegnamento di competenze specifiche da utilizzare nel mondo del lavoro.

Ogni singolo punto è significativo per il raggiungimento di questo scopo, così che ci sia un’istruzione che sia allo stesso tempo universale ed equa.

Tra le iniziative private, non possiamo non menzionare Intersos, onlus partner di Veracura, che da anni si prende cura dei ragazzi e delle ragazze che hanno difficoltà ad accedere allo studio.

Intersos è un’organizzazione che si occupa di fornire l’aiuto necessario a chi ne ha bisogno, sul territorio nazionale e internazionale.

In particolare, sia nei Paesi in crisi che in quelli in guerra costruiscono strutture l’istruzione ai minori che abitano in questi territori.

Inoltre, allo stesso tempo, forniscono corsi di formazione per insegnanti, in modo che anche le persone adulte possano imparare un mestiere e insegnarlo a loro volta.

Così come la distribuzione di generi alimentari e di servizi igienico sanitari, l’educazione ricopre un ruolo importante nelle attività di Intersos.

Perché aiuta gli individui più svantaggiati a crescere e ad avere fiducia nelle proprie capacità, così che possano costruire un futuro migliore per loro stessi e per la propria comunità.

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